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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Avvertenza: evitare il formalismo

     Vale per tutte le pratiche di pietà; ma specialmente per la Visita Eucaristica: evitare il formalismo. Il chiudere la Visita in se stessa, tanto per compiere una pratica,7 per soddisfare alla regola, è una perversione materialistica dell’orario, un regolamento meccanico che ha fine a se stesso, fa della vita un mobile a scompartimenti.

     La Visita vera è un’anima che pervade tutte le ore, le occupazioni, i pensieri, le relazioni, ecc. È una linfa o corrente vitale, che su tutto influisce, comunica lo spirito anche alle cose più comuni. Forma una spiritualità che si vive e comunica. Forma lo spirito di orazione che, coltivato, trasforma ogni lavoro in preghiera.

     Occorre la unità e circolazione della vita. I Padri Benedettini vivono di liturgia, ben meditata, sentita, praticata: costituisce la loro vita spirituale, attiva, ministeriale.

     Così la Visita Eucaristica per il Paolino.

   Se l’ora di Visita fatta da ognuno che vuole l’avanzamento, si isolasse meno in un concetto formalistico;

   se, invece di essere una semplice porta come le altre, mirasse ad essere il cuore della giornata;

   se la Visita fosse come il sangue che vivifica gli altri atti di pietà;

   se la si fa scaturire dalle profondità dell’anima e dalla vita ordinaria, e meno da metodi convenzionali, o libri, o formule di preghiere superficiali;

   se con la Visita si acquista una base soprannaturale che illumina tutto, una spirituale generosità nel donarsi


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ed operare, un sentire profondo che Dio è in noi;

   se, dopo essere stati con Gesù Cristo, lo si sente vivo ed operante nel nostro essere, e nasce il bisogno di tuffarsi, tratto tratto, nel soprannaturale, a ristorarci;

     si arriverebbe presto al nono grado di orazione: «trasformazione in Cristo»: «vivit vero in me Christus» [Ga 2,20].

     La vita si trasforma in preghiera, la preghiera la vita.

 




7 Nel testo stampato si legge “tanto per cambiare una pratica”, ma probabilmente si tratta di un errore di trascrizione.




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