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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Propositi del Maestro Giaccardo:
«Cercherò di avere una povertà che provvede, povertà beninteso a provvedere a tutti e a tutto con magnanimità, con larghezza, con vedute soprannaturali».
«Procurerò di non far mai soffrire per risparmiare, ma che tutti abbiano il necessario, stiano bene».
«Non mandate mai via un povero senza avergli dato almeno qualche cosa, a tutti almeno una piccola offerta, un po’ di pane o di minestra, insieme ad una parola buona, a un sorriso».
Faceva economia di tutto: utilizzava pennini, pezzi di matita, carta... Scriveva i suoi articoli su rovesci di busta usata, su qualche ritaglio di carta utilizzabile. Annotava per sé: «Avrò cura di ritirare i ferri rotti, i legni sparsi, di raccogliere i caratteri, i bottoni. Ogni spesa voluttuaria abolirla; ogni spesa necessaria esaminarla con fiducia... Viaggiare ancora in terza classe e con mezzi comuni».
«Bisogna che ora acquisti anche quello spirito di maggiore povertà che porta nei bisogni a chiedere a chi ha e ci può aiutare. Dire che non si ha e che si è bisognosi, costa, perché è maggior soddisfazione dare che ricevere, ma è grande servizio di povertà».
«Curerò in me il gusto delle finezze della povertà: e cioè amare le privazioni, ringraziare il Signore quando le manda, accoglierle in ispirito di riparazione per me e per gli altri. Accoglierle tutte! senza ammirarmi, senza compiacermi, senza comunicarle; nella rettitudine e nel nascondimento».