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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Vita umana e vita consacrata

     Vi sono principi teorici e pratici per una retta vita umana. Sono di tre ordini, corrispondenti alle tre facoltà


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dell’uomo: riguardano la mente, il sentimento, la volontà.

     La mente: riconoscere Dio principio e fine di tutto, governatore del mondo; da cui dipendiamo, a cui tutto deve ordinarsi, al quale dare un culto legittimo; rimuneratore del bene e del male. L’uomo è composto di anima ragionevole e corpo organico, anima spirituale ed immortale; questa deve assoggettare e curare il corpo.

     Il sentimento: amore e timore di Dio; amore del prossimo, sua immagine; rispettarne la fama, i beni, la vita; non fare agli altri quello che ragionevolmente non vorremmo fatto a noi; e viceversa.

     La volontà: sentire l’intima voce della coscienza e del dovere, responsabilità degli atti; la virtù ed il vizio; i doveri dello stato; i doveri familiari e sociali; l’uso onesto dei beni materiali e morali; l’impegno ad elevarsi.

     La vita religiosa è perfezionamento della vita cristiana; e questa è perfezionamento della vita umana.

     Agli aspiranti, come ad ogni cristiano, per la salvezza è necessario un fondamentale amore a Dio. Il paradiso è amore gaudioso in noi; è perciò necessario possedere almeno in qualche misura l’amore, per il conseguimento di Dio; il tendervi, il cercarlo, il volerlo è disposizione vera e necessaria per tutti.

     Questo tanto più per chi vuole percorrere la via più perfetta per giungervi.

     La vita religiosa e la vita sacerdotale esigono prima una buona vita cristiana; la vita cristiana esige la buona vita umana.

     Si perfeziona solo quello che già esiste: cioè osservanza


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dei comandamenti, legge naturale. Perciò Gesù Cristo al giovane ricco, che chiedeva cosa fare per salvarsi, rispose: «Osserva i comandamenti»; e li ricordò. E, siccome il giovane dichiarava di averli sempre osservati, soggiunse: «Se vuoi essere perfetto, lascia tutto, vieni e seguimi» [cf. Mt 19,21].

     È assolutamente necessario che prima l’aspirante già abbia dato prova di buona osservanza dei comandamenti.




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