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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Fatte con competenza
Da quanto sopra esposto, si deduce facilmente come la recensione non può e non deve essere fatta da persone incompetenti.
Non potrà quindi, in linea generale, una sola persona occuparsi di qualunque genere di recensioni, ma ognuno potrà solo occuparsi di quelle che riguardano il ramo del sapere nel quale si è specializzato.
Il motivo è evidente: il recensore deve essere in grado di giudicare l’autore. Ora, se ad esempio per un autore di testi scolastici, si richiede che possieda ampiamente non solo la materia che tratta, ma che abbia l’esperienza personale acquistata nell’insegnamento, a fortiori queste prerogative si dovranno esigere in colui che deve, con la recensione, giudicare dell’opera fatta dall’autore.
E per giudicare un’opera non basta sempre il buon senso! Ci vogliono idee chiare, ci vuole competenza.
L’apostolo cerchi quindi di formarsi criteri
di giudizio per saper discernere, fra tanta carta stampata che inonda il mondo, il bene o il male, e poter illuminare le anime che si giovano dell’apostolato.
Criteri non labili e personali, ma sicuri, che stabiliscano, specialmente nel campo religioso, norme assolute.
Criterio assoluto in materia di fede è il dogma. Una pubblicazione che si permetta di irridere o anche solo di discutere una verità rivelata e come tale insegnata dalla Chiesa, è senz’altro da rifiutarsi.
Criterio assoluto in materia di costumi è la legge morale (legge di natura, decalogo, vangelo, leggi ecclesiastiche). Una stampa che si fa banditrice di costumi, che sono in contrasto con questa legge, è da proscriversi.
Praticamente ci si attenga, dove è possibile, a quanto esposto nel Codice di Diritto Canonico, nell’Indice dei libri proibiti, e al giudizio dell’Istituto giuridico della revisione ecclesiastica.
Per casi particolari, non sottoposti al giudizio della Chiesa, possono giovare altri criteri di giudizio pratico come:
– l’autore;
– il buon senso;
– il tempo in cui le pubblicazioni sono apparse, per non applicare a uomini e a cose del
proprio tempo, giudizi che si riferiscono a tempi diversi;
– l’ambiente nel quale le pubblicazioni sono apparse;
– le particolari categorie di persone cui le pubblicazioni sono destinate;
– l’età, il sesso, l’istruzione, e la formazione specialmente religiosa e morale, delle persone alle quali la stampa deve essere consegnata.