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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Faccia molto uso delle illustrazioni. Spesso una figura vale un articolo, un libro.
Per chi non sa leggere, ad esempio i selvaggi, per quelli di altra lingua, si può dare in soli cinquantadue quadri tutta la religione: Creazione, Ss. Trinità, Incarnazione, Passione,
Morte, Risurrezione di N.S.G.C., la Pentecoste, i dieci Comandamenti, i sette Sacramenti, i Novissimi, ecc.
Ogni argomento di ordine naturale e soprannaturale può essere, per un pittore, una buona occasione per elevarlo alla dignità di predicatore, missionario, maestro.
Ne faccia buon uso. Quando l’illustrazione è a servizio del testo scritto, deve esprimere esattamente il pensiero dell’autore. Dovendo, ad esempio, illustrare I Promessi Sposi, si dovrà anzitutto immedesimarsi della tesi propostasi dall’autore: l’innocenza perseguitata dai prepotenti viene protetta da Dio, mentre la prepotenza sarà un giorno da lui colpita. Si darà quindi importanza a quelli che devono essere i quadri principali: Padre Cristoforo che, alzando il dito, pronuncia il «verrà un giorno»; don Rodrigo appestato che muore col perdono di Renzo; la nuova famigliola di Renzo e Lucia in compagnia di Agnese, benedetta da Dio e rallegrata dalla prima culla.
Le figure che illustrano un testo – sia libro o semplice articolo – spieghino, confermino e inculchino quello che è il suo scopo principale.
Tutte le illustrazioni prodotte o dirette dall’apostolo si propongano uno scopo dottrinale o morale o liturgico, e, quando sia possibile, tutti e tre insieme.
Ne faccia uso artistico. Le illustrazioni
siano belle nel vero senso, avverse al pericoloso principio: «l’arte per l’arte». Siano convenienti per il grado di persone alle quali sono destinate; se occorre anche popolari, ma sempre decorose. Siano adatte allo scopo e curate con molta delicatezza, notando che oggi molti pittori, che pur si dicono sacri, non lo sono.