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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Natura della propaganda

Per l’apostolo, la propaganda è l’estensione nello spazio e il prolungamento nel tempo dell’opera apostolica del Maestro divino.

Gesù Cristo venne dal cielo, apostolo del Padre, per indicare la via della salute ai figli


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smarriti. Compiuta la sua missione divina, se ne ritornò al Padre dopo aver affidato negli apostoli alla Chiesa l’incarico di continuare l’opera sua.

Nella Chiesa, dunque, come si perpetua la presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia, e la sua autorità mistica nei ministri sacri, così si perpetua la sua missione divina nella propaganda della buona stampa.

Si comprende facilmente che la propaganda intesa in questo senso si differenzia essenzialmente dal commercio e dalla questua.

Non è commercio perché non è uno scambio di merce e di prezzo, e non mira al lucro, ossia al guadagno, ma alla gloria di Dio e alla salute eterna degli uomini.

L’apostolo studia i maggiori bisogni spirituali e morali delle anime e delle popolazioni, quindi scrive e diffonde dal pulpito della stampa, come il predicatore dal pulpito della chiesa.

Non è questua perché non chiede, ma . L’apostolo rilascia gratuitamente ciò che gratuitamente ha ricevuto da Dio.

L’offerta che chiede, il più delle volte, è fissa ed è ben poca cosa in confronto alla parola di Dio! È una collaborazione alla divina Provvidenza, simile all’offerta della Messa, la quale, mentre significa la volontà dell’offerente di concorrere al Sacrificio di Gesù Cristo, ha pure lo scopo di contribuire al sostentamento dei ministri.


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Nella propaganda dunque l’offerta-prezzo significa la buona volontà dell’acquirente ed ha lo scopo pratico di giovare al sostentamento dell’apostolo, di coprire le spese dell’apostolato, procurare la carità della verità agli ignoranti in materia di fede e particolarmente fornire il pane spirituale a quegli indigenti che vivono lontano da Dio e dalla Chiesa.

La propaganda deve dunque pervenire a tutte le anime, ma specialmente alle più bisognose, poiché l’apostolo che la compie deve essere come il Buon Pastore che, assicurato il gregge fedele, corre ed espone se stesso per la pecorella smarrita.

L’apostolo abbia dunque le sue preferenze per i derelitti; per gli avversari; per i poveri vergognosi che non osano cibarsi del pane spezzato dal pulpito alla massa dei fedeli; per gl’infedeli che ignorano il vero Dio, Uno e Trino, l’opera della Redenzione, il Vangelo; per gli insidiati nella fede mediante l’opera malefica degli emissari di Satana, del mondo, della carne, attraverso la scuola della stampa, le massime mondane...; per i dubbiosi, gli assorbiti dalle cure di governo, di ufficio, di lavoro.

Egli dev’essere l’angelo benefico che a tutti e ad ognuno ricorda i destini eterni e le vie della salvezza; l’angelo che parla di Dio e del cielo a quei figli di Dio che si preoccupano solo della terra.




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