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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Retta intenzione

Coerente e fedele all’alta sua missione, l’apostolo non si serva della propaganda come di mezzo per disfarsi dei fondi di magazzino, per accumulare ricchezze, per soddisfare l’ambizione propria o l’altrui, per accontentare il pubblico, o fosse anche per uno scopo più nobile, quale ad esempio il procurare nuovi mezzi per l’apostolato.

Primo ed esclusivo suo fine dev’essere: la gloria di Dio e il bene delle anime. Tutto il resto di lavoro e d’iniziativa è indirizzato a questo fine supremo.

Fra le stampe da propagarsi spetta la preferenza alle scienze sacre: S. Scrittura, opere dei Ss. Padri, Dottori della Chiesa e Scrittori ecclesiastici, sacra Teologia, Liturgia, vite di santi, cultura religiosa e tutto ciò che parla direttamente alle anime di Dio, loro primo principio, conservatore perpetuo, ultimo fine. Le stampe profane sono da curarsi solo in quanto possono servire al fine specifico dell’apostolato. E ciò anche se sono più richieste, come avviene ad esempio nel settore delle letture amene.

Fra i lettori è da preferirsi la pecorella smarrita, errante sui monti, alle novantanove fedeli, rinchiuse nell’ovile; le anime lontane da Dio, dalla Chiesa e dai Pastori, a quelle più praticanti; gli infedeli ai fedeli.


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Le difficoltà, gli insuccessi, le fatiche sono da affrontarsi e da superarsi con animo apostolico, pronto sempre ad affermare con l’Apostolo delle genti: «Che cosa mi potrà separare dalla carità di Cristo?».1

È necessaria insomma quella retta intenzione che non scambia l’apostolato col commercio; che lo santifica con la carità, con la preghiera, con la fiducia e l’abbandono in Dio.

L’anima così disposta ama e preferisce a tanti altri un apostolato così ampio, così nascosto e così privo di soddisfazione!

Guida a tempo opportuno i lettori nella scelta del libro, della rivista, del giornale e lo fa con cura minuziosa e vigile, come se l’effetto dipendesse esclusivamente da quella scelta, mentre [li] eleverà nella fiducia in Dio, il solo che ha il potere di cambiare la parola in vita per le anime.

La retta intenzione, fortificata dalla fiducia in Dio, lo sostiene quando è tentato di pensare che il foglietto diffuso venga gettato, che il libro gradito e ricevuto forse per fargli un favore non verrà aperto oltre le prime pagine e che il suo sforzo sarà, nella massima parte dei casi, inutile. In ogni caso pensa che Dio vede, nota, premia tutto e che sa, quando non vi si pongono impedimenti, far sì che anche poche righe rivelino


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un’anima a se stessa e siano il principio della sua salvezza, della sua santificazione.




1  Cf. Rm 8,35.






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