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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Propaganda di formazione

È il più vasto, il più bello, ma anche il più difficile modo di propaganda. Consiste nella ricerca, nella formazione, nell’organizzazione e direzione dei cooperatori all’apostolato.

La ricerca mira a un reclutamento di persone che prestino la loro cooperazione di preghiera, di sacrificio, di opera e di offerta. La preghiera


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e il sacrificio sono possibili a tutti. Sono tuttavia da chiedersi in modo particolare alle anime che si dedicano alla vita interiore. L’opera può essere prestata alla parte redazionale mediante scritti; alla tecnica col mettere a servizio dell’apostolato industrie, macchinari, materiali vari, cognizioni, lavoro tipografico; alla propaganda col prestarsi per la divulgazione della stampa dell’apostolato. Quest’ultima forma richiede molto personale, che dovrebbe essere scelto in tutti i centri (grandi e piccoli) e in tutte le condizioni sociali.

La formazione dei cooperatori dev’essere, come quella dell’apostolo, completa, ossia: intellettuale, morale e tecnica.

L’intellettuale comprende, oltreché la conoscenza della religione e delle scienze naturali, in quanto necessarie o almeno utili all’apostolato, anche quella dell’apostolato della stampa in sé, nel suo fine, nella sua estensione e nella sua amplificazione.

La morale mira a formare nei cooperatori il cristiano apostolo. Perciò le anime siano davvero credenti e praticanti, e quindi sappiano rendere a Gesù Cristo la testimonianza della propria vita e della propria opera.

La tecnica addestra all’esercizio dell’apostolato stesso nella maggior ampiezza e con la maggior efficacia possibile.

L’organizzazione e la direzione dei cooperatori


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costituisce il segreto di riuscita. Si tratta di formare un esercito compatto e forte sotto le direttive di un solo comando. Esercito votato ad un solo fine: la sconfitta di un nemico (la stampa cattiva) e la conquista di un tesoro (le anime a Dio attraverso la stampa).

La direzione dell’apostolato deve dunque essere la direzione dei cooperatori, anche se sono sparsi in tutto il mondo. Per tutti vi siano regole chiare, precise, che accomunino i diritti e i doveri. Su tutti sorvegli sempre l’occhio vigile dell’apostolo. A tutti giunga la sua opera di guida e sostegno e, quando sia necessario, anche la sua presenza.

Tra i vari modi di organizzazione, l’ideale pare il seguente: ogni parrocchia dovrebbe avere il gruppo «Buona Stampa» composto di cinque persone (un giovane, una giovane, un uomo, una donna, un uomo dirigente) che si occupano della propria parrocchia. I gruppi parrocchiali dovrebbero far capo a quelli diocesani, questi ad un gruppo nazionale e i nazionali ad una sola direzione generale.

I gruppi parrocchiali e diocesani possono avere collaboratori alle loro dipendenze.




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