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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Costituzione delle biblioteche

La costituzione di una biblioteca non è sempre facile. Ma non per questo è da iscriversi tra le opere più difficili se non impossibili.

Ci vuole della buona volontà, del coraggio, e talora anche dell’ardimento.

Per costituire biblioteche familiari è necessaria grazia e tattica, onde poter entrare nel sacrario della famiglia, conoscere le esigenze e i bisogni morali dei singoli membri, vincere i


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contrasti, consigliare e talora imporsi nella scelta dei libri.

Proporzionalmente dicasi per la costituzione di biblioteche circolanti. Le collettività sono famiglie più grandi, composte talora di membri eterogenei sotto gli aspetti più vari. Anche qui si tratta di penetrare, conoscere, consigliare, convincere, guidare.

La costituzione poi di biblioteche scolastiche richiede competenza e abilità tutta particolare.

Quelle per gli alunni hanno lo scopo di integrare la loro istruzione e formazione. Quelle per gli insegnanti devono completare la cultura e servire di sussidio per l’insegnamento.

Ci vuole dunque competenza e abilità per la scelta, l’adattamento dei libri, in base ai programmi e in pieno accordo con le autorità competenti.

Più importante è sempre la costituzione delle biblioteche parrocchiali.

Le norme particolareggiate che qui si espongono al riguardo, mentre possono servire di guida per la formazione di queste biblioteche, potranno gettare luce sul modo di costituire anche le altre.

Per formare una biblioteca parrocchiale è necessario anzitutto accordarsi col parroco, quindi procedere per la scelta dei libri e sciogliere la questione del finanziamento.

Al clero, specialmente ai parroci che non


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avessero ancora avuto occasione di occuparsi della biblioteca, si dovrà far comprendere lo scopo e la necessità di essa con carità e prudenza.

Davanti all’indifferenza o neghittosità nostra, avrebbero largo campo di azione gli avversari!

È vero, si tratta di una nuova fatica, un nuovo lavoro, una nuova preoccupazione... e i parroci ne hanno già tante, troppe! Eppure, se è trascurata, si avrà in seguito una preoccupazione molto più assillante e un lavoro da compiere molto più faticoso e ingrato.

La biblioteca parrocchiale, lo si faccia comprendere bene, deve essere elencata tra le iniziative del parroco.

La scelta dei libri è un problema non sempre facile, che spetta di regola all’apostolo stesso.

È assioma indiscutibile: bisogna scegliere dei libri buoni, che si facciano leggere, altrimenti non si raggiunge lo scopo. Libri che incontrino il gusto dei lettori, s’intende il gusto sano, morale, e che non restino negli scaffali a far bella mostra di sé o sui cataloghi per rendere più imponente la cifra dei volumi.

La scelta potrà variare secondo il grado di cultura, le condizioni sociali, morali e religiose della parrocchia.

Potrà quindi, secondo i casi, essere:

Prevalentemente ascetica, se, ad esempio, mira di preferenza a completare l’opera del confessore,


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con letture adatte alle necessità spirituali dei fedeli.

Prevalentemente ameno-educativa, se mira particolarmente a distogliere dalle letture cattive, a invogliare alle buone.

Prevalentemente culturale, quando, trattandosi di un ceto medio o studentesco, vuole diffondere la cultura letteraria, scientifica, professionale...

Prevalentemente religiosa o pastorale, se mira a integrare l’opera del parroco, mediante libri di formazione e di cultura religiosa. Questo ultimo tipo, l’ideale, è in genere da preferirsi.

In esso si darà il primo posto ai libri santi: S. Bibbia, opere dei Ss. Padri, Dottori e Scrittori ecclesiastici, Teologia per laici, Catechismo, Ascetica, Liturgia, vite di santi, Biografie edificanti, letture missionarie, collezioni e annate di periodici religiosi illustrati...

Non si pensi che il popolo non gusti le opere spirituali. Le gusta, le desidera e le comprende molto di più di quanto si possa a volte immaginare. Del resto è sempre vero ciò che diceva il Card. Mercier: «Bisogna elevarsi per elevare».

Molto spesso si constata che il gusto dei lettori segue quello del bibliotecario e quando questi sa raccomandare un libro può stare certo che sarà gustato e produrrà del bene. Naturalmente non bisogna deporre le armi alle prime difficoltà... Molti libri di ascetica e di cultura


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penetrano talmente nell’animo, da farsi leggere con vera passione. Che dire poi di certe vite di santi e biografie talmente interessanti, da superare in questo le attrattive degli stessi romanzi?

Oltre i libri prevalentemente religiosi, occorrono letture amene: romanzi, novelle, racconti di viaggi. Letture agili, interessanti, ma, s’intende, sempre sane e morali.

Talora saranno letture aventi ben poco di costruttivo e di pastorale: ma queste fungeranno, per così dire, da contravveleno ed apriranno a poco a poco la via ad altre più sostanziose e più educative. Anzi conviene unire tosto ai libri di lettura amena altri che elevino, che facciano del bene.

Nella scelta dei romanzi va posta una cautela particolare. Sovente il male è nascosto in poche frasi, ma è sufficiente a rapire la pace ad un’anima.

Si escludano inesorabilmente tutti quelli che portano in qualche modo al male e alla corruzione. Si escludano, per quanto è possibile, quei romanzi troppo fantastici che lasciano nell’anima il vuoto, lo scontento, una brama insoddisfatta della vita piacevole e divagata. Quelli che fanno astrazione da ogni idea religiosa, che spingono a ideali di felicità soltanto terrena, che sostituiscono a Dio il fato o il destino.

Si riservino per gli adulti quelli che flagellano i vizi ancora ignorati dai giovani. Si osservino


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per la scelta tutti i criteri pratici di giudizio, quali: l’Indice dei libri proibiti, l’approvazione della Chiesa, la guida delle riviste e rassegne cattoliche, il buon senso, le condizioni di tempo e luogo, la categoria dei lettori.

Il finanziamento è spesso uno scoglio inevitabile, davanti al quale si arrestano e talvolta si spezzano anche le più belle iniziative.

Un fondo è necessario, indispensabile per la costituzione e installazione di una biblioteca anche minima. Si può procurare con una sottoscrizione, una lotteria, una pesca di beneficenza, un’accademia, una piccola fiera, con offerte o qualche altra iniziativa.

Un po’ di aiuto si può avere dalla quota per la distribuzione dei libri, che, sia pure minima in certi ambienti, non deve mancare. L’esperienza insegna che se si fa tutto gratuitamente, senza richiedere qualche sacrificio, il beneficio sarà meno apprezzato.

Dove è possibile si potrà provvedere un comitato di patroni e di patronesse che versino annualmente una quota.




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