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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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La natura e la gravità

La stampa cattiva innalza una cattedra di menzogna contro la cattedra di Verità. Ossia:


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contro il Padre, che «dopo aver molte volte e in molte guise, anticamente parlato ai Padri per i Profeti, in questi ultimi tempi... ci ha parlato per il Figliolo».1 Contro il Figlio, che consumò i giorni della sua vita terrena nel rendere testimonianza alla Verità e manifestarci Dio. Contro lo Spirito Santo, che è lo Spirito di verità.

La stampa cattiva attenta la rovina spirituale dell’uomo nella radice, perché avvelena il pensiero umano.

I peccati causati dalla stampa cattiva racchiudono quindi una malizia gravissima, perché attentano alla stessa Verità divina, e di conseguenza alla salute spirituale dell’uomo, perché ne avvelenano il pensiero.

Di più: sono peccati premeditati, causano grave scandalo, si moltiplicano facilmente e perciò vengono puniti severamente dalla Chiesa.

Sono premeditati. Lo scritto non può essere, in linea generale, frutto di impeto passionale, ma esige una lunga preparazione fatta a mente calma e a sangue freddo.

Vi è infatti un esercito di scrittori che, spinti or dal lucro, or dall’ambizione, or dall’odio e ora da una diabolica corruzione, trascorrono


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giorni e notti, mesi, anni interi nell’imbrattare carte di veleni micidiali, destinati a uccidere anime nel maggior numero possibile. L’opera loro è potenziata da grandi associazioni di stampa pervertitrice. Si ricordino le organizzazioni o imprese giornalistiche, le organizzazioni librarie... A queste si aggiungano tutte le iniziative private e individuali.

Causano grave scandalo pubblico. Fra gli scandalosi più frequenti e più dannosi la Teologia Morale 2 enumera coloro che scrivono, stampano, vendono, imprestano, diffondono libri e stampati nocivi. A questi si aggiungano i pittori, gli scultori, i fotografi, gli zincografi e quanti nelle case private, o peggio, in pubblico, presentano figure disoneste.

Si moltiplicano facilmente. Se i peccati di scandalo si moltiplicano secondo il numero delle persone scandalizzate, che cosa bisogna pensare per i peccati della stampa cattiva? Non si tratta di un discorso tenuto a poche persone, né di una scuola a un numero limitato di alunni o di una conferenza ove gli uditori possono controllarsi.


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Qui può dirsi che il peccato si moltiplica secondo il numero delle copie, o meglio, secondo il numero incontrollabile delle persone scandalizzate. È quindi peccato senza misura più grave di quello di scandalo causato da un atto, da un discorso. Peccato che racchiude doppia malizia perché offende la fede o la morale e la carità.

Sono puniti gravemente dalla Chiesa. Alcune forme più gravi dei peccati e scandali di stampa sono contemplati dal Codice stesso. E precisamente: sono soggetti alla scomunica «speciali modo» riservata alla S. Sede gli editori delle opere di apostati, di eretici e scismatici, che propugnano l’apostasia, l’eresia, lo scisma, dal momento che queste sono messe in ordinario commercio; coloro che difendono o che scientemente, senza la debita licenza, leggono, ritengono i libri sopraddetti o quelli proibiti nominatamente dalla S. Sede.

Sono soggetti alla scomunica «nemini reservata» gli autori e gli editori che, senza la debita licenza, fanno stampare libri della Sacra Scrittura, annotazioni o commenti di essa.3




1  Eb 1,1.



2  Cf. Mark, Institutiones morales alphonsianæ, t. I, par. 37.



3  * Ovviamente tali sanzioni, comminate dal Codice di Diritto Canonico del 1917, come tutta la disciplina analoga ricordata nelle pagine precedenti, sono state ampiamente modificate nel nuovo Codice (cf. canoni 1311-1322).




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