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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
L’opera di cristianizzazione del cinema pubblico e quella di formazione di una cinematografia cattolica sono in gran parte in potere della stampa. Con essa, infatti, si possono potenziare le iniziative di azione e di difesa.
Fra tutte le iniziative, però, ve n’è una riservata particolarmente alla stampa: quella delle segnalazioni cinematografiche, diretta a far conoscere in antecedenza quali film siano visibili e quali da escludersi.
La segnalazione è preceduta dalla revisione delle pellicole messe in circolazione e dalla classifica secondo il valore morale. La revisione e la classifica non appartengono – per regola generale – a iniziative private, perché vi sono organismi incaricati direttamente dall’autorità ecclesiastica.1
La segnalazione, invece, spetta propriamente alla stampa, e in particolare alla stampa di apostolato. Nella citata Lettera del Card. Segretario di Stato
Eugenio Pacelli al Card. Brochée [= Can. Brohée] si dice: «Importa che i giornali cattolici abbiano tutti una rubrica cinematografica per lodare le buone [pellicole] e biasimare le cattive».
La stampa di apostolato dovrebbe prima mettersi a servizio dei legittimi uffici di revisione, per farsi eco dei giudizi degli uffici suddetti illustrandoli, corroborandoli. Non permettersi mai di contraddirli. Quindi compiere lavoro di iniziativa propria. Classificare come cattivi quei lavori che sono davvero cattivi senza equivoci, senza tener conto di riguardi umani. Non confondere i punti di vista estetici coi principi morali. Raccomandare esplicitamente la visione di lavori veramente raccomandabili.
Così facendo il pubblico non avrà più timori di andare al cinema, preferirà i lavori buoni e questi acquisteranno pregio anche per i produttori, per i distributori e per i proprietari delle sale.
Non è in genere consigliabile una reazione clamorosa e l’astensione organizzata contro i lavori immorali. Questo potrebbe produrre l’effetto opposto a quello desiderato.
In breve: la stampa messa a servizio e in collaborazione dell’apostolato cinematografico ne potenzia grandemente l’opera, a gloria di Dio e a giovamento delle anime.