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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Opera di Dio. La casa della Scuola Tipografica di Alba
I lavori sono assai avanzati. È ormai ultimato il piano terreno; anche il primo piano è a buon punto; la sistemazione del secondo e del terzo procede discretamente celere. Man mano che i lavori vanno innanzi, si disegna meglio l’idea direttiva che fu seguita. Si voleva un edificio solido; ed esso riesce solidissimo. Si voleva una divisione razionale e moderna degli ambienti, comodità di comunicazione fra essi, separazione dei varî reparti, facilità di vigilanza su tutti gli alunni, igiene, luce; e chiunque visita la costruzione e la destinazione dei varii membri si persuade subito, che se la perfezione non fu ottenuta, tali vantaggi sono sufficientemente assicurati.
Vi è una cosa particolare cui è bene porre molta considerazione: più di tutto la casa è per la diffusione del Vangelo, è una missione moderna, e come una chiesa di dove devesi far risplendere la luce della verità, che è il primo nutrimento della prima facoltà dell’uomo, l’intelligenza: “ut luceat omnibus”;1 la nuova casa deve presentare un aspetto di severità dolce, di raccoglimento sereno; deve avere pochi ornamenti ma belli, ma tali da innalzare il cuore in alto, molto in alto. San Paolo è il protettore: e San Paolo è tale figura che brilla per santità, dottrina, zelo sopra tutti i secoli, come una stella di bellezza incomparabile.
Entrando nella casa nuova nessuno pensa di entrare in un opificio, in un laboratorio, in un ufficio: [ci] si sente come compresi da uno spirito soprannaturale, tutti si scoprono [la testa] naturalmente, si tace o si parla sottovoce. Le macchine sono pulpiti, le sale come chiese, gli operatori i predicatori; ecco il senso nuovo, inusitato, che prendono le cose. Anche le chiese sono innalzate con mattoni, ma la disposizione, lo stile, la forma, tutto mostra che non si è davanti ad una casa comune, ma di fronte alla casa di Dio.