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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
A) 1° Anzitutto bisogna avere sacerdoti che possano celebrarla. Per quanto è possibile si ha da ricercare che se ne abbia un numero tale che tutte le persone siano nella possibilità morale di assistervi. Ma qui molti pratici osservano due cose: non è conveniente ritenere un sacerdote giovane pel solo motivo d’una Messa di più...
Il sacerdote giovane ha bisogno di lavoro, specialmente: ciò che serve maggiormente a conservare la religione in una popolazione non è certo il sentire alla carlona una Messa.
Inoltre: converrà che un giovane parroco dia comodità al popolo binando?... Il popolo esigerà poi anche quando il prete non potrà più assoggettarsi al grave incomodo che porta questa cosa... Gioverà andare molto cauti: che se si bina pare meglio esigere qualcosa di stipendio. Il popolo si adatterà poi a non vederlo più binare, allorché il sacerdote non potrà più...
2° In secondo luogo si devono distribuire le Messe, non secondo le comodità del clero, ma secondo il maggior vantaggio del popolo. Sarebbe assai bene che nei centri e nelle città ove si funziona in diverse chiese e parrocchie vi fosse una comune intesa fra i sacerdoti, per non avere: o diverse Messe contemporaneamente: o lunghi spazi di tempo senza Messe.
Nel fissare l’orario festivo, si osservi pure che, ove
si hanno due sole Messe, anche i fedeli che distano maggiormente dalla parrocchia, possano avere tempo a giungere a casa e mandare gli altri membri della famiglia.
3° Fissato l’orario, è necessario pubblicarlo in modo che possa facilmente essere conosciuto da tutti.
In molte parrocchie piccole basterà dirlo chiaramente dal pulpito nella domenica che precede i cambiamenti: dirlo a tutte le Messe e ancora al vespro. Nei centri un po’ più grandi sarebbe molto bene appendere un cartello alle porte della chiesa, oltre l’avvisare in chiesa. Nei centri maggiori ancora, oltre questi due mezzi, si usa ancora di pubblicarlo sul giornale o bollettino locale.
Di più: è necessario suonare le campane: ma in modo che il popolo possa imparare a sentire il loro linguaggio: cioè tanto lungamente quanto basti, dando pochi segni ma chiari e distinti. Qui è il parroco o il rettore della chiesa che ha da esercitare la sua autorità sul sacrestano.
4° L’orario deve poi mantenersi fermamente: non anticipare perché vi è già la popolazione, né ritardare per attendere, d’ordinario. Nel primo caso si castigherebbero i diligenti, che verrebbero a perdere le funzioni: nel secondo si premierebbero i negligenti... gli uni e gli altri s’abituerebbero poi a venire tardi... La puntualità invece rende tutti attenti e tutti soddisfatti.
B) Sarà pure zelo del sacerdote che il popolo ascolti la S. Messa con tutta la divozione possibile. Per udirla così, deve capire qualche cosa della Messa ed essere aiutato con qualche mezzo sensibile. Ed ecco qui qualche norma:
1° Spiegare qualche volta nell’istruzione, nell’esporre il vangelo e più nei catechismi ai fanciulli ed agli adulti, che cosa essa sia. Né stancarsi poi di ripetere, poiché il popolo è assai più tardo a capire di quanto si crede generalmente: molti non stanno attenti quando si parla, quasi tutti hanno la testa piena di interessi e preoccupazioni materiali, tutti dimenticano con facilità.
2° Siccome poi nulla più si ricorda di quel che si pratica almeno qualche volta, sarebbe molto utile che anche da noi si facesse alcune volte quanto si fa altrove. Che cioè un sacerdote salisse il pulpito mentre altro sacerdote celebra: di là guidasse il popolo praticamente ad ascoltare la Messa. Questo può attuarsi: o con dire ad alta voce preghiere ordinarie come sono il rosario, le orazioni del mattino e della sera: ovvero dividendo la Messa in quattro parti, secondo i quattro fini del sacrifizio: adorare Dio (da principio sino al vangelo), ringraziarlo (dal vangelo all’elevazione), chieder perdono (dall’elevazione alla Comunione), chieder grazie (dalla Comunione alla fine) e su ciascuno d’essi fare una breve spiegazione, quindi recitare col popolo un Vi adoro, un atto di ringraziamento, di contrizione, un Pater noster, ecc...; o, meglio ancora, divisa così la Messa, potrebbe il sacerdote stesso dal pulpito formulare quattro preghiere che esprimano questi fini e terminare ciascuna con qualche orazione o canto adatto, unitamente al popolo.
Queste industrie, ripetute di tanto in tanto, finirebbero coll’istruire e indirizzare bene la popolazione.
3° Altri modi d’aiutare il popolo sono:
a) la recita del S. Rosario, con o senza il canto del Lodato sempre sia...4 o meglio del Sia lodato e
ringraziato ogni momento, ecc. Che se non potrà recitarlo un sacerdote, non sarà difficile incaricare il sacrestano, o qualche buona persona. Pare generalmente meglio formare due cori: uno di uomini, l’altro di donne: ma vi è chi afferma essere meglio che una parte sia sostenuta da colui solo che guida: col dire distintamente e adagio le parole indirizzerà meglio gli altri. Noto qui una cosa che a primo aspetto sembra strana, ma che venne già in uso in alcuni luoghi: dire il Padre nostro e l’Ave, o Maria, in lingua italiana: è conveniente?
b) Altro modo sarebbe quello di far recitare a voce alta le orazioni del mattino e sera, ma o dal sacerdote che sta tra i fedeli, o da uno degli stessi fedeli. Rimanendo tempo, si potrebbero dire altre preghiere, secondo i luoghi e i tempi: per es. Allegrezze di S. Giuseppe, Coroncina del SS. Sacramento, Coroncina del S. Cuore di Gesù, Preghiera a S. Luigi per ottenere la purità,5 De profundis per le anime purganti, ecc.
c) Sembra pure conveniente quello che usa un parroco: recitare a voce alta, adagio, in modo che il popolo possa accompagnare, quelle preghiere che sono nei libri di divozione appunto sotto il titolo: Modo di ascoltare la Messa. Un parroco, che non riusciva in altro modo a tener buoni i ragazzi, s’appigliò a questo metodo: esigeva che i fanciulli ripetessero con voce distinta le sue parole: il popolo poco per volta imitò l’esempio: ed ora in quel paese la Messa festiva viene ascoltata con divozione davvero ammirabile. Certo che sarebbe assai meglio se ciascuno si portasse il libro in chiesa: forse qualche parroco potrà anche
ottenerlo da buon numero di fedeli, se vi fa avvezzare i ragazzi che potranno conservare l’abitudine, fatti adulti...; ma non credo sperabile ottenerlo ovunque e da tutti i fedeli. Perciò, tutto considerato, si crede generalmente meglio fare pregare tutta la popolazione insieme, ancorché ciò avesse a disturbare in qualche modo il sacerdote celebrante, o qualche persona pia, che desidera recitare orazioni speciali.
d) Un’attenzione speciale per i ragazzi. Anzitutto se fosse possibile, sarebbe ottima cosa stabilire una Messa speciale per essi soli. Che se questo non si può ottenere, si cerchi almeno che intervengano tutti alla stessa Messa. In questo caso si crede meglio radunarli tutti insieme in luogo adatto, e non lasciarli sparsi per la chiesa; e, generalmente, i fanciulli nel presbiterio, le fanciulle di sotto della balaustrata, od in una cappella laterale. Ottima cosa poi se un prete o qualche bravo uomo possono mettersi in mezzo ai primi; la maestra o qualche buona figlia o donna fra le seconde. Se queste pie persone o questo prete dovessero recitare il Rosario o preghiere col popolo, potrebbero dire ai ragazzi di fare coro con essi. Vi sono parroci molto zelanti che, prima della Messa, distribuiscono a ciascuno dei fanciulli un libretto, perché tutti non potrebbero comperarlo, o non ricorderebbero di portarlo. Altri invece dicono che questo metodo ha molti inconvenienti: non educa, perché non abitua i giovani a portare il libro: i libri vengono sciupati presto, perché roba d’altri: costano troppo: molti libri si dànno già per premio. Costoro stimano meglio essi stessi vendere questi libri, o farli vendere dal sacrestano, o persona atta, al minimo prezzo possibile, acquistandone molti assieme; quindi insistere perché
ciascuno porti il proprio a Messa. So d’un parroco che incaricava i suoi catechisti ed il vice-curato di dare un voto di più di catechismo a quei ragazzi che ascoltavano la Messa col libro... e questo voto di più influiva poi nella premiazione... I genitori stessi erano attenti che i figli non partissero per andare in chiesa senza prendere il libro.