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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
a) È d’uopo amare i giovani: chi non ama non sa trovare i mezzi e neppure sa attirarsi i ragazzi. Solo chi ama vi pensa sovente e nel pensarvi spesso sta precisamente il segreto della riuscita: solo chi ama sa imporsi sacrifizi e l’opere tutte ne esigono molti: solo chi ama è amato, poiché come l’ape vola al fiore, la mosca al miele, così il cuore si slancia verso chi l’ama. Perché i bambini sono così attaccati alla mamma? perché lei ama. Perché Don Bosco era l’idolo della gioventù? perché egli amava. Chiediamo a Dio che ci aumenti tale amore, che fondamentalmente deve già essere parte di nostra vocazione.
b) Usare tutti i mezzi perché la popolazione e più i genitori e i fanciulli diano la massima importanza al catechismo. Tra i mezzi vi sono: parlarne spesso e con zelo dal pulpito, in prediche e in avvisi; suscitare entusiasmo con feste e gare catechistiche, cui
assistano i genitori; far toccare con mano l’utilità del catechismo, rendendo i giovani più obbedienti, più rispettosi, più laboriosi, cercando non solo di istruirli, ma anche di educarli e di attirarli ai SS. Sacramenti; insegnare il modo con cui la popolazione e specialmente i genitori possono coadiuvarlo materialmente e moralmente; spiegando spesso come sia organizzato il catechismo e la parte che tocca a ciascuno; lodando chi vi si presta; facendo poi vedere che l’obbligo principale nell’istruzione pesa sopra i genitori: il loro è dovere naturale, quello del sacerdote di libera elezione.
c) È necessario essere umili: i superbi disgustano tutti: l’umiltà insegna ad essere diffidenti [di sé], insegna a chiedere consiglio, a tenere conto di tutte le osservazioni altrui.
Spesso vi sono sacerdoti che si lamentano d’essere lasciati soli, di non aver cooperatori nel portare il peso, di trovare anzi freddezze, contraddizioni o peggio...: non tutte le volte, ma sovente si potrebbero invitare a fare un po’ d’esame di coscienza: il deserto attorno è formato da una certa segreta superbia, che non soffre osservazioni, non accetta opinioni, tutto vorrebbe vedere piegarsi innanzi al proprio volere. Il mondo si domina senza pretendere di dominarlo... Questo è sempre vero, ma specialmente parlando del presente argomento.
d) Mettere in pratica tutte le industrie per attirare i giovani. La carità ne suggerirà molte: ma in ogni parrocchia che si visita osserviamo, domandiamo come si fa, quali industrie si usino; ne avremo un buon repertorio. Non ogni metodo è adatto ad ogni sacerdote e ad ogni luogo: ma se non riesce uno, ricorreremo ad un secondo: fallito anche il secondo, ne proveremo
un terzo, un quarto, ecc., finché avremo trovata la nostra via. Che se col tempo ancora quest’ultimo riuscirà inefficace, non ci rincresca pigliarne un altro. Se le novità piacciono a tutti, per i giovani sono necessarie: per essi la monotonia è il peggiore dei difetti.
Ricordiamo però che anche nello stesso metodo si può mettere sempre qualche novità piacevole. Ma qui è bene notare un difetto che proviene da mancanza di discrezione: pretendere l’ottimo. Pretendere l’ottimo! cioè che vengano sempre tutti: ciò è impossibile. Tutti devono venire la massima parte delle volte, ma non tutti ogni volta.
Pretendere l’ottimo, esigendo che i fanciulli siano e operino come uomini maturi e non volendo soffrire quella spensieratezza e quella vivacità che sono difetti d’età. Irritarsi perché qualcosa fu rotto, non permettere che schiamazzino prima e dopo la lezione catechistica, volerli sempre così seri come adulti, pretendere che stiano attenti a lunghe meditazioni astratte, cui sbadigliano gli stessi vecchi, ecc., sono tutte indiscrezioni. L’ottimo è nemico del bene. S. Filippo diceva: Purché i giovani non facciano peccati e poi io soffrirei che mi spaccassero la legna sulle spalle.3 E Don Bosco faceva di tutto per divertire i suoi fanciulli.
Mezzi per attirarli sono: procurare divertimenti prima e dopo il catechismo: promettere premi o regali: una buona e semplice organizzazione del catechismo: fare bene la lezione alle diverse classi.