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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Culto

Il culto, terza parte della predicazione e dell’istruzione religiosa, è pure la terza parte dell’oggetto dell’apostolato dell’edizione.


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Esso quindi, oltre a far conoscere le verità da credere e le leggi da osservare, deve ancora far conoscere e portare alla partecipazione dei mezzi di Grazia con la quale si ottiene da Dio l’aiuto necessario per compiere l’una e l’altra cosa. Deve cioè portare alla pratica del culto, ossia a tutto quel complesso di atti esterni ed interni, pubblici e privati che onorano Dio e trasformano la vita nostra in vita divina e incorporano a Gesù Cristo.

La parte più nobile del culto cattolico è costituita dai Sacramenti.

L’apostolato dell’edizione illustri il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, l’Ordine, il Matrimonio e l’Estrema Unzione. Particolarmente spieghi la Confessione, la Messa, la Comunione, il culto eucaristico.

Ai Sacramenti sono da unirsi i Sacramentali: le molte consacrazioni e benedizioni, gli esorcismi, le preghiere per i moribondi, le esequie, l’elemosina...; l’orazione nella sua triplice specie: vocale, mentale e vitale, sia privata che pubblica. Soprattutto quest’ultima che, regolata e avvalorata dalla Chiesa, nello svolgersi dell’intero anno liturgico è la preghiera più perfetta, perché ufficiale; la più utile perché mira a scolpire nelle anime l’immagine stessa di Gesù Cristo.

Tutto questo «donec formetur Christus


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in vobis»,6 fino al «vivo autem iam non ego: vivit vero in me Christus».7

Disse Gesù: «Io sono la... Vita».8

L’oggetto dell’apostolato dell’edizione quale è stato qui esposto, è da intendersi in tutta la sua estensione: tutto cioè il deposito della rivelazione diretto ed indiretto.

Diretto: l’esposizione, la difesa, l’illustrazione, la volgarizzazione della dottrina teologica della Chiesa.

Indiretto: l’esposizione, la difesa, l’illustrazione dei fatti, dei principi filosofici, dei monumenti artistici, dell’opera letteraria che contengono o si connettono alla rivelazione e all’insegnamento tradizionale della Chiesa.

A questo si aggiunge tutto ciò che nella letteratura, nella storia, nell’arte, nelle scienze serve di scala alla fede e di irradiazione alla medesima come ad esempio – nel campo della stampa – sono i testi scolastici, i giornali e riviste, le letture amene. Ciò perché nel creato tutto rappresenta Dio, lo svela, lo canta e perché nella vita la fede deve illuminare e santificare ogni cosa.

E tutto questo si deve intendere non solo come opera positiva di costruzione del bene, ma anche come opera negativa di impedimento al dilagare del male o distruzione del male stesso.

 




6  Gal 4,19. * «Finché non sia formato Cristo in voi». Esiste anche un’opera di Don Alberione con questo titolo: Donec formetur Christus in vobis. Meditazioni del Primo Maestro, Alba, Pia Società San Paolo, 1933, 110 p., 16 cm. Nuova edizione critica, Roma 2001.



7  Gal 2,20. * «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me».



8  Gv 14,6.




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