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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(28)     LA RISURREZIONE FINALE

 

       1.o  Tutti risorgeranno, ma non tutti saranno trasformati. La trasformazione avverrà sul modello del corpo glorioso di Gesù Cristo: «Trasformerà il corpo della miseria nostra sì che sia conforme al corpo della Sua gloria» (Phil. 3, 21).

       S. Paolo numera quattro doti proprie del corpo glorioso: impassibilità, splendore, agilità, sottigliezza.

       a) Impassibilità. Il corpo si semina nella corruzione, risorge incorruttibile (I Cor. 15, 42). Il corpo risorto non è più soggetto alla sofferenza né alla corruzione né alla morte. Non vi sarà più piantodolore... Invece il corpo del dannato risorge per soffrire il fuoco eterno, ogni dolore.

 


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in ogni senso, in ogni parte. Avrà continue pene di morte, senza mai poter morire. Soffrirà specialmente il senso che avrà servito di più al peccato e si sarà preso maggiori soddisfazioni.

       La fede insegna che i corpi sono immortali: sia i corpi dei dannati, come quelli degli eletti.

       b) Splendore. «Si semina ignobile, risorge in gloria» (I Cor 15, 43). Il corpo degli eletti sarà splendente, luminoso: «I giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre» (Mt. 13, 43). Questo splendore si diffonde dall’anima al corpo. Sarà più glorioso se l’anima è ricca di meriti: «Un astro è differente da un altro per splendore. Così è anche la risurrezione dei morti» (I Cor. 15, 41). All’incontro il corpo dei dannati sarà orribile a vedersi, puzzolente, portando impresso alla vista di tutti il marchio dei peccati. E questi segni del peccato saranno tanto più ignominiosi e profondi quanto più saranno stati gravi i peccati.

       c) Agilità. «Si semina debole, risorge in forze» (I Cor. 15, 43). Il corpo senza alcuna difficoltà o fatica, secondo i desideri dell’anima si trasporterà da un luogo all’altro, velocemente. Obbedirà docilmente alla volontà. Il mondo intero sarà soggetto al beato; la bellezza dell’universo lo ricreerà. Invece il corpo del reprobo sarà immobile e pesante; schiacciato dall’enorme peso del peccato, come un macigno che non riuscirà a muovere da sé. Questo peso tanto più soffocherà e come stritolerà l’infelice quanto più gravi e numerosi furono i peccati.

 


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       d) Sottigliezza. «Si semina corpo animale; risorge corpo spirituale» (I Cor 15, 44). Il corpo beato non sarà spirito; si può dire spirituale in quanto soggetto allo spirito; capace di penetrare i luoghi chiusi nel modo con cui Gesù entrò nel cenacolo chiuso. Esso non avrà bisogno di cibo. In tutto sarà soggetto ed obbediente ai desideri santissimi dell’anima; ne parteciperà pure gli ineffabili gaudi e tutto l’uomo avrà un accrescimento di felicità. Avrà una triplice perfezione: anatomica, fisiologica, estetica.

 

      




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