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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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2.o  La prima pena dell’inferno è la pena del danno; cioè la privazione della vista di Dio.

       Dirà Gesù Cristo ai reprobi nella sentenza finale: «Andate lontano da me, o maledetti, nel fuoco eterno... allontanatevi tutti voi che avete operato iniquamente» (Mt. 25, 41).

       Il peccatore si è allontanato da Dio: «Peccatum est aversio a Deo». Passato all’eternità in tale stato egli non può più avvicinarsi a Lui.

       La pena del danno è la più terribile delle pene. Infatti è la perdita del Sommo Bene che è Dio. Passata l’anima all’eternità non ha più che un desiderio nel quale tutti si concretano: e questo desiderio non sarà mai soddisfatto. L’uomo, elevato all’ordine soprannaturale ha una tendenza irresistibile verso Dio; ma nell’inferno questa tendenza sarà in eterno contrariata. L’anima si vedrà respinta da Dio mentre vorrebbe lanciarsi verso di Lui: sarà come lacerata in se stessa. Pena tanto più grave quanto più alte erano le aspirazioni e più gravi sono stati i suoi peccati.

      




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