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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(44)     IL CARATTERE: educazione del carattere

   1.o  Al temperamento hanno contribuito i parenti da cui sono nato, l’ambiente in cui sono cresciuto, l’educazione che ho ricevuta. Tuttavia ognuno è padrone di se stesso e può dominare le sue tendenze. La volontà dovrà lottare, ma ha sempre il potere di vincere. Ho una coscienza ed anche una esperienza che mi dicono che l’essere o vinto o vincitore dipende da me, lo posso con la continuità dei miei atti formare, dirigere, correggere il mio carattere.

       Per riuscirvi devo anzitutto conoscere me stesso e le mie tendenze.

       Per questo è necessario un esame quotidiano e profondo sui pensieri, sentimenti, azioni. Utilissimo è un amico sincero e specialmente un bravo direttore di coscienza: essi con poche parole possono rivelarci il nostro stato più che non lunghi esami.

       La tendenza dominante si rivela facilmente: è


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quella che ordinariamente trascina la volontà e determina una attività.

       Vi sono due serie di tendenze: quella degli apatici: la pigrizia, l’accidia, l’ignavia, l’indifferenza, la mancanza di cuore, la viltà, l’assenza di riguardo per Dio, il prossimo, la propria dignità. Quella dei violenti: superbi, gelosi, collerici, irriflessivi, mancanti di ritegno, grossolani, indipendenti.

 

      




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