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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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3.o  Il cuore cattivo, invece, è insensibile ai dolori altrui, anzi non sa vederli. Egli passa tronfio e duro, facendo finta di non vedere, come il Sacerdote ebreo su la via di Gerico, mentre un ferito gemeva sul ciglio della strada. I malati non lo commuovono; per sollevarli non sacrificherebbe un po’ del suo tempo, né del suo denaro. E’ piuttosto inclinato ad accusarli attribuendo le loro infermità a sregolatezze. Ancor più insensibile è per i dolori morali: li denuncia quando bisognerebbe tacerli; aggrava la situazione quando una reputazione si potrebbe ancora salvare con insinuazioni, sinistre interpretazioni. Pare prenda un piacere diabolico a calpestare i caduti e i calunniati. Invece di fasciar le piaghe, le avvelena e le rincrudisce; se le sventure altrui ne scuotono l’indifferenza, è solo per renderlo brutale: ha un cuore cattivo.

 

      




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