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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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2.o  Più di tutto è da curarsi la santità comune.

 


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       A questa tutti sono chiamati. Consiste nella unione con Gesù Cristo, sempre più intima e stretta, man mano che passano gli anni. Gesù cresceva in sapienza, età e grazia.

       L’adempimento dei doveri quotidiani secondo il proprio stato, la fuga dei difetti volontari, il lavoro per corrispondere alla propria vocazione, la preghiera assidua e l’uso frequente dei sacramenti sono i grandi mezzi.

       Il buon cristiano ha grande cura di acquistare la grazia quando cade in peccato, e di accrescerla con le buone opere se già la possiede. Egli ricorre continuamente a Dio nelle sue necessità; per lottare contro il potere delle tenebre: «Poiché non è la nostra lotta col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori del mondo delle tenebre, contro gli spiriti maligni dell’aria... in ogni cosa impugnando lo scudo della fede su cui possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno» (Eph. 6, 12-16).

       Due principii da ritenersi costantemente: che il Signore ci ha creati e ci vuole santi; che a tutti sono offerte le grazie necessarie, perciò «chi vuole si fa santo».

 

      




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