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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(76)     LA GRAZIA È INCERTA

 

       1.o  E’ dottrina dei protestanti, condannata dal Concilio di Trento, che per la giustificazione è necessario e sufficiente che il cristiano creda, e con certezza di fede, che gli sono rimessi i peccati. Il medesimo Concilio anzi insegna chiaramente che: ogni cristiano può temere e dubitare


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della sua grazia; e nessuno può sapere con certezza assoluta, di trovarsi nello stato di grazia.

       S. Tommaso dice: «Non possiamo conoscere con certezza la presenza o l’assenza di Dio in noi».

       Nel libro dei Proverbi è scritto: «Chi può affermare: il mio cuore è mondo? Sono puro da ogni peccato?» (Prov. 20, 9). Eppure vi sono anime che hanno tanto pianto i loro peccati! Una santa umiltà ti deve sempre accompagnare: sono fisicamente certo di aver fatto quell’azione peccaminosa, con vera coscienza di peccato, ma non sono così sicuro di aver ottenuto il perdono. Tuttavia un’anima può confidare, anzi talvolta ritenere con morale certezza, di essere in grazia di Dio; per la pace interiore, l’essersi ben confessata, l’assicurazione del confessore, il suo stato di fervore, lo spirito di sacrificio con cui serve Dio.

 

      




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