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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(102)     LA SPERANZA – II

 

       1.o  Si cresce nella speranza per mezzo della preghiera e di atti ripetuti di desiderio, di fiducia, di amore ai beni celesti. Il Signore la infonde nell’anima che prega. La cooperazione nostra è condizione indispensabile per ogni virtù: «Siamo aiutanti di Dio» (I Cor. 3, 9). Come vuole che il contadino semini, irrighi e coltivi, poi il vivere e il crescere, così per la vita soprannaturale. La speranza soprannaturale eleva la speranza naturale: «Per grazia di Dio sono ciò che sono; ma la grazia di Lui non è


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stata vana in me» (I Cor, 15, 10). Scriveva San Paolo ed esortava: «Come cooperatori vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio» (II Cor. 6, 1). Ed al suo discepolo scriveva: «Lavora come un buon soldato di Cristo» (II Tim. 2, 3). Nello stesso senso parla S. Pietro: «Per questo, fratelli, studiatevi di rendere sempre più sicura per mezzo delle opere la vostra vocazione ed elezione» (II Petr. 1, 10). Lavorare, soffrire, pregare, combattere per il cielo e per l’accrescimento delle virtù porta un irrobustimento ed ardore nella speranza. Bisogna, dunque, essere ben convinti che nell’opera della nostra santificazione tutto dipende da Dio; ma occorre pur operare come se tutto dipendesse da noi soli; Dio infatti non ci ricusa mai la Sua grazia; onde in pratica non ci dobbiamo occupare che dei nostri sforzi.

 

      




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