Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 311 -


(128)     MORTIFICAZIONE – II

 

 

       1.o  In che cosa dobbiamo mortificarci? Sempre ed in tutto; interiormente ed esteriormente. Interiormente: l’intelligenza, la volontà, la


- 312 -


 

memoria, la fantasia, il cuore. Non si tratta di distruggere queste ottime facoltà, ma di renderle mortificate: cioè obbedienti come un cadavere, cioè come fossero morte: il cadavere comunque si disponga non fa opposizioni.

       Ciò che è cattivo, è male pensarlo, immaginarlo, ricordarlo, amarlo, desiderarlo. Ciò che è inutile, è tempo perso pensarlo, immaginarlo, desiderarlo; poiché causa una notevole perdita di tempo prezioso e di energie spirituali. La mortificazione insegna: ad allontanare i pensieri cattivi ed inutili, a togliere le immaginazioni cattive, a impedire il ricordo ed i desideri di cose cattive ed inutili. Invece ciò che è vero, buono e utile sia pensato, voluto, immaginato, ricordato, desiderato, amato.

       Ritrarre la mente, la volontà, la fantasia, il cuore dalle cose inutili o cattive chiamasi mortificazione negativa: «recede a malo». Invece, spingere la mente, la volontà, il cuore, la fantasia, la memoria verso ciò che è onesto o santo significa esercitare la mortificazione positiva: «fac bonum».

 

      




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL