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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(133)     MORTIFICAZIONE – VII

 

       1.o  La modestia è mortificazione continua e generale, specialmente riguardo al senso del tatto. Essa è «la virtù che modera i moti e le azioni del corpo affinché siano compiute decentemente ed onestamente, sia nelle cose serie, sia in quelle giocose». Regola tutto l’esteriore dell’uomo tanto in ciò che è sollievo, quanto in ciò che è occupazione seria. E’ un modo decoroso,


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onesto e conveniente di far le cose: «C’è un limite nelle cose, vi sono termini stabiliti, al di qua e al di là del quale non vi può essere il giusto», dice Orazio. Virtù grande: «E’ ricca la modestia; è ricca presso Dio; presso il quale nessuno è ricco, è ricca perché è parte di Dio». E’ imitazione di Gesù Cristo che secondo San Francesco apparve modesto nella sua vita. Si mostra all’esterno, ma si radica nel profondo dell’anima. Per essa l’uomo compone tutta la sua vita rettamente; come chi vuol scrivere in perfetta calligrafia, parlare secondo le regole della grammatica e della sintassi.

 

      




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