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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
2.o E’ cosa degna e giusta dare a Dio questo supremo culto da parte delle creature. Le cose che esistono devono cantare la potenza, sapienza, bontà di Dio. Vennero cavate dal nulla; sono conservate e sostenute; sono dirette verso il loro fine. «I Cieli narrano la gloria di Dio» (Ps. 18, 1). Ma le cose dànno a Dio una gloria incosciente; l’uomo invece, dotato di ragione, Gli deve una lode consapevole, «rationabile obsequium». Egli raccoglie e presenta a Dio il coro di voci che salgono dal creato; anzi l’uomo deve glorificare Dio anche quale Redentore e Santificatore. Dichiara S. Paolo: Da Lui, per Lui, ed a Lui, sono tutte le cose: a Lui la gloria per tutti i secoli!... «sia che viviamo, viviamo per il Signore; sia che moriamo, moriamo per il Signore...» (Rom. 14, 8). Questo compito riguarda ogni uomo, ma specialmente i sacerdoti ed i religiosi: «Ogni pontefice, scelto fra gli uomini, è stabilito per gli uomini, nelle cose che riguardano Dio: per offrire doni e sacrifici per i peccati» (Hebr. 5, 1).