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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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2.o  Tale si mostrò: la Sua dottrina non poté mai essere confutata; insegnava come colui che ha diritto di essere creduto, come chi ha diritto di essere obbedito: «Insegnava loro come uno che ne ha il diritto e non come gli scribi e i farisei» (Mt. 7, 29); confermava la Sua predicazione con prodigi divini.

       Tale si proclamò: «il maestro vostro è unico: Cristo» (Mt. 23, 8). Anzi dichiarò: «Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene: lo sono infatti» (Jo. 13, 13). E tale Lo riconobbero. Nicodemo Gli disse: «Maestro, sappiamo che sei venuto da Dio per insegnare» (Jo. 3, 2). I farisei Gli dicono: «Maestro, sappiamo che sei verace...» (Mt. 22, 16), (Mc. 12, 14). «Il vostro Maestro non paga le Sue dramme?» (Mt. 17, 25). La Sua dottrina è comune col Padre: «La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato» (Jo. 7, 16): dunque è divina. E Gesù la riferì con esattezza e con veracità. Egli è Maestro unico: ed i Suoi apostoli sono ripetitori,


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tanto che l’ascoltare Gesù Cristo ed ascoltare il sacerdote è la medesima cosa: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc. 10, 16).

 

      




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