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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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2.o  Gesù chiamò alla Sua culla i pastori ed i magi. I pastori furono i primi, invitati dagli Angeli: «Vi annunzio una grande gioia... oggi è nato il Salvatore... Troverete il bimbo avvolto in poveri panni e posto in una greppia» (Lc. 2, 10-12). E andarono, e trovarono il bambino, e lo adorarono. Non i ricchi, non i sapienti, non i potenti, non i dignitari vengono chiamati per primi; ma i poveri, gli umili, i semplici, che, d’ordinario, sono anche retti di cuore e timorati di Dio. Decisamente le preferenze di Gesù Cristo sono per i poveri: per essi sarà la prima beatitudine: beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli.

       Ma Gesù è il Salvatore di tutti; quindi successivamente l’invito fu rivolto ai sapienti, ai gentili. Dirà un giorno: «Venite a me tutti» (Mt. 11, 28). Ad essi fa apparire una stella che splende ai loro occhi, mentre una luce interiore ne illumina lo spirito. Ed essi corrispondono prontamente: «Abbiamo visto la stella in Oriente


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e siamo venuti ad adorare il Signore» (Mt. 2, 2). La stella li guida, ed essi entrati nella casa offrono a Gesù Bambino oro, incenso e mirra. Con questi doni simbolici essi riconoscono Gesù Cristo come re, come Dio, come uomo.

       Siamo pronti, sempre, alla chiamata, alle ispirazioni di Dio. Il Signore ricompensa largamente chi è generoso nel corrispondere agli inviti divini.

 

      




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