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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(160) ZELO DI GESÙ – I
1.o Il Maestro Divino per tre anni, in Palestina, di borgo in borgo, di città in città, ed anche di casa in casa, spande fasci di luce e vampe di calore.
Il Suo zelo nasce dalla carità: amore verso Dio e amore verso le anime: chi non ama, non zela. Egli amava il Padre Celeste di amore infinito come Dio; ed anche come uomo il Suo
amore era purissimo ed intensissimo. Desiderava perciò al Padre quella gloria che Gli devono tutte le creature: ma specialmente gli uomini e gli angeli. Per questo il Padre aveva creato tutto: Gesù desiderava ardentemente che questo desiderio fosse compiuto.
Gesù amava gli uomini. Tutto quanto Egli fece dall’Incarnazione all’Ascensione, lo fece per amore dell’uomo. Lo dichiarò S. Paolo: «Mi amò e si diede alla morte per me» (Gal. 2, 20). E Gesù stesso disse a S. Margherita Alacoque: «Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi». Perciò ne voleva la salvezza: «Venni perché avessero la vita e la vita più abbondante» (Jo. 10, 10).
Gesù aveva un cuore sensibilissimo per le miserie dell’uomo. Dice S. Tommaso che la misericordia è una virtù speciale: «Assume un particolare aspetto, la miseria cioè di colui al quale si reca l’aiuto». Gesù ebbe pietà: «Ho compassione di questo popolo» (Mc. 8, 2). Dio si è fatto uomo: «affinché possa aver compassione degli ignoranti e dei traviati» (Hebr. 5, 2).