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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
2.o Apostolato della Scrittura o dell’Edizione. I libri dell’Antico e del Nuovo Testamento sono opera dello Spirito Santo. La Scrittura si può chiamare una lettera di Dio agli uomini. Essa è utile ad istruire, ad argomentare, a correggere, ad insegnare la giustizia: così che l’uomo di Dio divenga perfetto e preparato ad ogni opera buona, secondo S. Paolo. Leggere la Scrittura significa istruirsi nelle cose di Dio; diffondere la Scrittura è esercitare un grande Apostolato. Gesù Cristo, entrato nella Sinagoga di Nazareth, lesse la Scrittura: era un tratto che si riferiva al Messia. Poi la spiegò. Dopo la Sua risurrezione, accompagnandosi con i due discepoli di Emmaus che erano sconfortati, Gesù, con argomenti scritturali mostrò che il Messia doveva patire, morire,
risuscitare. Quando poi a tavola si rivelò a loro, essi esclamarono: «Non era forse il nostro cuore ardente mentre parlava e spiegava le Scritture?» (Lc. 24, 32).
Gesù incitava a leggere la Scrittura come quando disse: «Confrontate le Scritture, esse parlano di me» (Jo. 5, 39).
Volle che il Suo Vangelo fosse scritto, sebbene agli Apostoli avesse comandato soltanto di predicare. La Scrittura del Nuovo Testamento doveva confermare la Scrittura del Vecchio Testamento. E Dio intervenne: anche il Nuovo Testamento è parola di Dio, ispirato dallo Spirito del Figlio.
Il Divin Maestro si richiama spesso alla Scrittura: «E’ scritto che l’uomo non vive di solo pane; è scritto di non tentare il Signore Dio tuo; è scritto di adorare Dio e servire a Lui solo; è scritto, la mia casa è casa di orazione; il Figlio dell’uomo andrà alla morte, come è scritto; è scritto che percosso il Pastore, il gregge sarà disperso; non avete letto quello che è scritto? (parlava del matrimonio); nella legge che cosa sta scritto? E’ necessario adempiere quanto sta scritto...».