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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Cooperazione positiva

È importante, anzi necessario, che tutti i cattolici si occupino dell’edizione come dell’opera di azione cattolica che sta in capo alle altre, perché formatrice del pensiero, della vita, del cuore; e come opera di fede che direttamente è commessa al clero e indirettamente, ossia in cooperazione, ad ogni cattolico.

In pratica se ne possono occupare direttamente con l’estendere, potenziare, difendere l’apostolato della gerarchia cattolica, e indirettamente col prestare la loro cooperazione all’apostolato dell’edizione con la preghiera, il sacrificio e l’opera.

La cooperazione diretta è in maggioranza riservata ai laici posti in autorità di governo, di insegnamento ed anche a coloro che per motivi diversi hanno una certa influenza sugli altri.

Quella indiretta, invece, è possibile a tutti i cattolici, ma in proporzione e qualità diverse.

Tutti, senza eccezione, possono prestare la collaborazione di preghiera e di sacrificio per riparare le offese recate a Dio con le edizioni


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e per implorare luce, forza, grazia per gli apostoli dell’edizione e per l’incremento dell’apostolato.

La preghiera e il sacrificio costituiscono la gran forza dell’apostolato. Essi infatti suscitano gli apostoli, li sostengono nelle virtù necessarie al loro stato, ottengono luce, conforto, salvezza delle anime.

Molti cattolici possono inoltre dare a questo apostolato quello che, dopo la divina grazia, importa maggiormente: le vocazioni.

I genitori possono dare i figli e le figlie, ed esserne santamente orgogliosi poiché, se l’inchiostro vale come il sangue dei martiri, essi dànno alla Chiesa degli apostoli e, in certo senso, dei martiri.

I maestri possono illuminare gli scolari; i fedeli prendere iniziative o aiutare quelle costituite.

Tutti, secondo il loro stato, possono illuminare i fratelli mediante conferenze, scritti, conversazioni sul grande pericolo costituito dalla propaganda molteplice delle edizioni cattive e circa le molte speranze che si possono riporre nell’apostolato delle edizioni cattoliche.

A moltissimi, poi, è possibile la cooperazione di opere col contribuire, se non a tutte, or all’una or all’altra delle tre parti dell’apostolato: la direzione, la tecnica e la propaganda.


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Quanto alla direzione, tutti i cattolici laici debbono sempre promuovere le edizioni cattoliche. Ciò per qualsiasi argomento: sociologia, politica, storia, letteratura, arte, scienze varie, filosofia, diritto...

Ad essi, anzi, spetta particolarmente lo sconfinato campo dell’applicazione dei principi evangelici alla scienza ed alla letteratura nel più largo senso e cioè alle scienze storiche, civili; alle scienze sociali etiche, demografiche; all’arte della musica, della pittura, dell’architettura; alle discipline giuridiche private e pubbliche; alle scienze filosofiche e morali, ecc. ecc.

Ad essi l’immenso compito di applicare gli insegnamenti del divin Maestro alle leggi, alla vita politica, sociale, domestica.

Molti cattolici laici possono anche trattare di religione: occorre però una preparazione dottrinale proporzionata. Le loro opere poi devono avere l’approvazione dell’autorità ecclesiastica e dipendere dalla gerarchia cattolica.

Ai cattolici tutti, secondo le loro possibilità, spetta la cooperazione all’apostolato dell’edizione con offerte e contributi materiali, come danno, doverosamente, per l’opera catechistica, per la predicazione, per le missioni. Le opere e gli operai evangelici debbono nascere, vivere, produrre i loro frutti salutari.

Potranno offrire collaborazione morale


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d’incoraggiamento, di difesa e propaganda, ognuno secondo la sua posizione sociale: il magistrato come magistrato, il padre come padre, l’industriale come industriale, l’operaio come operaio.

Spetta infine – generalmente parlando – al cattolico, in dipendenza e unione al clero, una parte amplissima di redazione, lavoro tecnico, notiziario, amministrazione, diffusione, nell’immenso campo della stampa, del cinematografo e della radio.

Quanto alla tecnica i cattolici laici possono fornire all’apostolato dell’edizione i mezzi materiali e prestare la loro opera di lavoro.

Per edizioni tecnicamente perfette si richiedono macchinari, materiale, mezzi indefiniti.1

I cattolici di buona volontà sanno a tempo e luogo conoscere e soccorrere le necessità dell’apostolato, convinti dell’opera nobile che compiono; opera grandemente meritoria presso Dio, se stessi, le anime e la società.

Nell’apostolato dell’edizione infine il massimo problema è quello riguardante la propaganda, e la sua soluzione dipende in maggioranza dalla collaborazione dei laici. Collaborazione che può farsi con mezzi senza numero, che variano con le circostanze e che si moltiplicano con lo spirito di iniziativa animato dallo zelo.

 




1Indefiniti sta per innumerevoli.




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