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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o La speranza viene nutrita: «Ci è dato come pegno della futura gloria»in questo Sacramento. Qui e una fonte di acqua che sale a vita eterna: «Attingerete con gioia le acque dalle fonti del Salvatore» (Is. 12, 3). Qui si attingono tutte le grazie per la santificazione, mentre l’unione con Gesù Eucaristico richiama e prepara l'unione eterna con Lui in paradiso.
Gesù Cristo ci infervora in modo mirabile. Questo è il Sacramento d'amore: «Avendo amato i Suoi li amò sino alla fine» (Jo. 13, 1). Nonostante che Egli prevedesse tutte le ingiurie con cui nel corso dei secoli l’umana malizia l'avrebbe trattato, volle rimanere in mezzo a noi. Volle qui stabilire una perenne fonte di grazie, volle qui immolarsi continuamente. «Chi non riamerà chi tanto ci amato?»- L'amore verso il prossimo per mezzo dell'Eucarestia viene purificato ed elevato. Tutti ci nutriamo del medesimo cibo, ricchi e poveri, dotti e ignoranti. Tutti in Cristo, chè è il capo, formiamo un sol corpo: «Siccome vi è un unico pane, noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo, comunicandoci col medesimo pane» (1 Cor. 10, 17). Gesù Cristo volle che questa intima unione dei fedeli fosse simboleggiata nel pane e nel vino. Infatti da molti grani si fa un unico pane, da molti acini risulta il vino. Così di tanti cuori in Cristo, i cristiani hanno come un sol cuore.