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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o Frutto generale. Ne godono quanti concorrono alla S. Messa: chi ha contribuito alla costruzione della chiesa. all'educazione e formazione
del Sacerdote, all'acquisto delle paramenta e di tutte le suppellettili della Messa. Ne godono i cantori, gli inservienti, quanti assistono. Così pure chi ha offerto l’ostia, il vino od ha contribuito per la funzione. Tutti hanno soccorso d'impetrazione e soddisfazione. Questo frutto non dipende dalle intenzioni del Sacerdote celebrante, ma dalla divozione dei fedeli partecipanti. Essi sono in qualche modo offerenti del Sacrificio, hanno un regale sacerdozio, perché lo presentano per mezzo del Sacerdote a Dio.
Frutto speciale. Ne gode chi dà l’elemosina per la celebrazione della Messa: colui, cioè per cui la Messa è applicata. Questo frutto dipende dall’intenzione del Sacerdote: può essere applicato per i vivi o per i defunti. È di immenso vantaggio far celebrare Messe: e sempre chi dà elemosine di Messe ha per se stesso grandi vantaggi spirituali; sovente anche vantaggi temporali. La Messa è il sole delle divozioni, il centro del culto, il maggior onore che si dà a Dio, il più grande merito per le anime. Soprattutto giova far celebrare Messe in vita, allora si ha frutto più sicuro e più abbondante.