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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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(244)     LA PENITENZA – I

 

     1.o Disse il Divin Maestro: «Si fa in cielo più festa per un peccatore convertito che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza» (Lc. 14, 7). Questo perché la riconciliazione di un peccatore è un trionfo della misericordia di Gesù Cristo. Che cosa compie il peccato? Un male quasi infinito. Ingiuria Dio perché è disobbedienza; Lo disonora perché Lo

 


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si pospone alle più vili cose; Lo si provoca al castigo perché Dio ha fatto le Sue minacce a chi non eseguisce la Sua legge e si priva Dio di una gloria eterna estrinseca; è crudele e vergognosa ingratitudine ai benefici ricevuti. Il peccatore è un pazzo: perché si chiude il Paradiso per il piacere di un istante; si condanna all'inferno e non manca che la morte per venire all'esecuzione; accumula i più pesanti ed acuti rimorsi; perde la vita della grazia ricevuta nel Battesimo; annulla tutti i meriti della vita passata per quanto preziosi e grandi; caccia Iddio dall'anima per introdurre il demonio; va incontro a moltissimi mali nella vita presente, spesso anche per il corpo, causa danni al prossimo; spesso per il cattivo esempio e lo scandalo, sempre perché diminuisce la grazia alle persone che ci circondano ed a tutti i membri del Corpo mistico di Gesù Cristo.

 

    




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