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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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(247)     LA PENITENZA – IV

 

     1.o Per la remissione dei peccati si richiedono: la contrizione o dolore cui va unito il proposito; l’accusa fatta con sincerità al Sacerdote; la soddisfazione come viene dal confessore imposta.

     Il dolore è il dispiacere ed il pentimento del peccato commesso, congiunto al proponimento di non più peccare per l'avvenire. Il dolore è una vera afflizione, una tristezza, una mestizia interiore che nasce dalla considerazione dell'offesa fatta a Dio, ed un odio che si concepisce contro il peccato considerandone la malizia e le sue conseguenze in noi, ritrattando la volontà, è anzi una volontà decisa di mai più commetterlo, adoperando tutti i mezzi necessari. S. Giovanni Crisostomo scrisse un libro sulla compunzione. S. Giustino scrive: «In quale modo gli impuri, se non piangono e detestano il loro peccato possono sperare che il Signore li perdoni?». S. Cipriano promette il perdono a chi è pentito: «Se

 


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fanno penitenza, accusando i loro falli e con lacrime e gemiti e pianti, mostrano l'interno dolore».

 

    




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