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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
(248) LA PENITENZA – V
1.o La Confessione è l'accusa dei peccati fatta al Sacerdote per averne l'assoluzione e la penitenza. È obbligo confessare tutti i peccati gravi È cosa libera, ma buona e salutare, confessare almeno i principali peccati veniali deliberati. Il confessore è giudice; per questo deve conoscere le colpe nella loro realtà, le disposizioni del penitente, se possa concedere l'assoluzione;
i mezzi e le condizioni da stabilire per l’assoluzione e l'emendazione.
Viene data una conveniente riparazione a Dio. Il peccato è atto di superbia e di disobbedienza: l’accusa sincera è una umiliazione, giacché il penitente si umilia riconoscendo il suo fallo e si sottomette al Ministro di Dio. E Dio: «non rigetta il cuore contrito ed umiliato» (Ps. 50, 19).
S. Ambrogio, ascoltando le confessioni dei penitenti, talvolta piangeva dirottamente; così che essi venivano pure mossi alle lacrime.