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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o S. Vincenzo de' Paoli diceva: «Il rossore impedisce tanti buoni contadini di confessare i loro peccati; essi vivono così in stato di dannazione».
S. Alfonso de' Liguori scriveva: «Chi ha un po' di esperienza sa bene che questa maledetta vergogna nell'accusarsi popola l'inferno di dannati».
S. Teresa dà questo consiglio ai Padri Carmelitani: «Predicate spesso contro le confessioni sacrileghe, perché Dio mi ha rivelato che la maggior parte dei cristiani si danna per le confessioni fatte male».
Il P. Brydaine diceva: «L'esperienza ci ha chiaramente dimostrato che i più dei cristiani si dannano per i difetti essenziali delle loro ordinarie confessioni».
S. Agostino: «Tu sarai dannato tacendo; mentre potresti liberarti confessandoti».
S.Francesco Saverio: «Vi sono molte persone alle quali il demonio ispira un così vivo rossore dei peccati, che non sarebbero capaci di fare un'accusa completa...».
S. Carlo Borromeo: «Il più delle volte i penitenti si confessano più per una certa usanza che per cognizione dei peccati e per la volontà di correggersi».
S.Filippo Neri, S. Giovanni Bosco, S. Giuseppe Cafasso, il Padre Segneri dicono la medesima cosa.
Molto valore ha qui il Santo Curato d'Ars. Nella vita del P. Manin è scritto: «Il maggior numero di coloro che venivano ad Ars facevano la loro confessione generale. Il Santo si prestava volentieri, sapendo essere questo il mezzo per strappare molte anime all'inferno, poiché riparavano così ai loro sacrilegi».