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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o I1 confessore è padre che rappresenta la bontà del Cuore di Gesù. Il figliuol prodigo andò al padre con umiltà e con confidenza. Riconosceva il suo stato ed i suoi torti: «Ho peccato contro il Cielo e contro di te, non merito più il nome di figlio» (Lc. 15, 21). Conosceva, però, insieme, la bontà del padre e si rimetteva, si consegnava a lui perché disponesse come credeva; inginocchiato diceva: «Ritienimi come uno dei servi» (Lc. 15, 19). Nessuno ci ama come Dio: abbandoniamoci a Lui, che ci parlerà per mezzo del Suo ministro.
Il confessore è medico. Al medico si fanno conoscere i mali e le cause; da lui, poi si attendono i rimedi e le cure, e si accettano. Nascondere il proprio male al medico e insipienza, lo si deve anzi aiutare fornendogli tutti i dati utili alla diàgnosi. Così il penitente faccia conoscere gli uffici, le abitudini, le deficienze, le tendenze. Per questo è importante tenere ordinariamente un confessore fisso. Inoltre si accettano i rimedi, anche se contrari ai propri desideri ed alle proprie convinzioni; risoluto di eseguire la cura prescritta con tutta fedeltà.