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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Prima parte
La prima parte, dal principio all’Offertorio escluso, si dedica all’onore di Gesù Verità, «scientiarum Dominus».1 Consiste in un esercizio d’amor di Dio fatto con la mente, nell’aderire
alle verità esposte. Ciò in conformità allo spirito della Chiesa, la quale, in ossequio al divin Maestro che fece precedere alla Passione e Morte la predicazione, vuole che la celebrazione del divino Sacrificio sia preceduta da un’istruzione circa le verità della fede.
Anticamente, in questa parte della Messa, venivano istruiti i catecumeni e i fedeli. Ai primi si spiegavano e inculcavano le verità che avrebbero poi dovuto professare; ai secondi si ricordavano i misteri della fede che avevano già ricevuta.
Nella sua sostanza questo uso si è sempre conservato, ed è noto che in ogni tempo la Chiesa ha raccomandato ai Pastori di anime di spiegare ai fedeli il senso delle letture che si eseguiscono nella Messa, particolarmente quello del S. Vangelo.
Ogni giorno le letture della Messa variano. E, mentre riflettono il pensiero liturgico proprio del giorno, contengono, per così dire, una istruzione completa.
La verità principale d’ordinario si enuncia nell’Introito [antifona d’ingresso] e nell’Oremus [colletta], quasi a significare che quanto si deve credere è legge per la preghiera, norma per la vita. Viene esposta e sviluppata nell’Epistola e particolarmente nel Vangelo; confermata nelle altre parti.
Volendo seguire la Messa col metodo «via,
verità e vita», si cercherà di individuare e completare queste verità, per farla regola della propria vita.
Modo pratico – Durante le preghiere preparatorie che il sacerdote recita ai piedi dell’altare, si domanda perdono a Dio per quanto ci impedisce di accostarci a lui, Santo dei Santi. Ascoltata poi la enunciazione dell’insegnamento principale nell’Introito, si chiede, nel Kyrie e nell’Oremus, la grazia di poterla comprendere e penetrare; si leggono quindi l’Epistola ed il Vangelo e si meditano sotto la luce che spandono sulla festa o la liturgia del giorno. Seguono atti di fede, proteste di voler rigettare ogni dottrina contraria al S. Vangelo. S’impetra quindi l’aumento di fede, la scienza e, per l’apostolo, la grazia comunicativa.
Si termina con la recita del Credo, come protesta di adesione alla verità che è stata proposta e come solenne professione di tutte le verità della dottrina cristiana.