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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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(283)     VIGILIA DI NATALE

 

     1.o Rappresentiamoci al vivo la grotta, la greppia, i1 bue e l'asino, poi Giuseppe, Maria il Bambino. Adoriamo con gli Angeli.

     Il presepio è cattedra del Maestro, tribunale del Giudice, trono di misericordia. È cattedra, la prima cattedra del Maestro Divino. Egli, tacendo insegna alle anime pie e docili: l'umiltà, la povertà, la pazienza.

     L'umiltà: essendo Dio, umiliò, annientò al cospetto degli uomini Se stesso; e si mostrò come uomo, anzi come bambino. Impariamo a scomparire: «Sarebbe una intollerabile imprudenza mentre la maestà si annientò, il vermicciattolo si gonfiasse ed inorgoglisse».

     La povertà: Gesù ha, per casa, una grotta; per culla una greppia, per letto un po' di paglia, per fasce dei panni grossolani. Eppure Egli è Dio

 


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vero da Dio vero; dal quale tutto fu creato. Egli predicherà poi: Beati i poveri.

     La pazienza: Venne nella Sua nazione, ma non fu accolto; anzi, fu cercato a morte. Eppure, dimenticato, tace; come tacerà quando sarà accusato e condannato. Impara il silenzio di chi solo soffre per Gesù Cristo.

 

    




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