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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Unione della volontà

L’unione della volontà umana con quella di Dio significa uniformità piena alla volontà divina: e qui c’è la perfezione, perché uniformità significa amore e la perfezione sta appunto nell’amor di Dio. Più sarà intensa e perfetta tale unione e più sarà vivo il nostro amore a Dio, più sarà alta la nostra perfezione.

La volontà di Dio a riguardo dell’uomo si manifesta: per mezzo dei Comandamenti e dei Precetti della Chiesa, degli avvenimenti e in Gesù Cristo. Nei comandamenti e negli avvenimenti


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è teorica. In Gesù Cristo è concreta, vissuta, viva e vivificante. Egli infatti è la santità e la volontà vivente del Padre. La santità, perché ha vissuto i Comandamenti, i Consigli evangelici ed ebbe la più alta perfezione in ogni virtù. La volontà, perché i suoi esempi sono per noi legge e perché le sue parole hanno confermato, applicato, spiegato i Comandamenti con consigli e precetti soprannaturali. Aderendo quindi a Gesù Cristo, alla sua volontà, ai suoi esempi, aderiamo in lui, alla volontà del Padre e raggiungeremo la perfezione.

In Gesù Cristo poi la volontà del Padre diviene facile perché si è da Lui sostenuti, come il tralcio dalla vite, e si partecipa quindi alla sua fortezza morale e al suo vigore soprannaturale. Con Lui si cammina speditamente nella via della perfezione e, quando questa presenta passi malagevoli, Egli sostiene, anzi porta.

Tra i mezzi che ci aiutano ad aderire alla volontà di Gesù Cristo, principalissimo è la preghiera. E, tra le preghiere, la Comunione è senza dubbio la più eccellente perché è il Sacramento che ci dona lo stesso Autore della grazia. In essa, noi, quali olivi selvatici, veniamo innestati su Gesù Cristo, il buon olivo.

Nella Comunione la nostra volontà ricava tre vantaggi: viene sanata, elevata, irrobustita. Il «salutis humanæ Sator» 3 risana la volontà


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dalle sue malattie, quali: l’abulia, l’incostanza, l’accidia, l’ostinazione, la malabitudine; la eleva e la irrobustisce mediante la comunicazione delle divine grazie: «qui manet in me et ego in eo, multum fructum affert».4

Modo pratico – Preparazione: Confronto delle proprie intenzioni e dei propri voleri con quelli di Gesù. Esame preventivo sulla giornata che sta innanzi, chiuso con l’atto di dolore e il proposito sul punto centrale del lavoro spirituale. Atto di sincera umiltà che sgorga dalla considerazione della santità di Dio e della propria indegnità. Chiedere al divino Maestro la grazia per il lavoro spirituale.

Ringraziamento: Atto di silenziosa adorazione, di annientamento e di intera donazione di noi stessi a Gesù Cristo Santità, e con lui e per lui alla Ss. Trinità. Suppliche a Gesù Via che si faccia nostra guida e nostra forza nel compimento dei propri doveri, secondo la volontà di Dio. Preghiere perché si compia sempre e da tutte le creature la volontà divina: «fiat voluntas tua sicut in cœlo et in terra».5




3  * «Autore della salvezza umana»: 1Tm 4,10; cf. Gv 4,42.



4  Gv 15,5. * «Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto».



5  * «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra»: cf. Mt 6,9 e Lc 11,2.






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