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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o Il lebbroso deve presentarsi al Sacerdote perché sia a lui testimonianza della divinità di Gesù Cristo. Il centurione, umile e confidente, con una argomentazione semplice, dimostra la sua fede in Gesù Dio: gli basta un ordine, perché la malattia ubbidisca e se ne vada. Tutti i popoli, dunque, sono chiamati da Gesù Cristo ad entrare nella Chiesa.
I due miracoli del Vangelo provano la divinità di Gesù Cristo e mostrano quello che Egli ha fatto per i Giudei e per i Gentili essendo venuto a mondarli dalla lebbra e dalla paralisi del peccato. Dopo il discorso della Montagna operò questi prodigi appunto per confermare quanto aveva insegnato. Il Signore stende la mano sull’infermo e subito la lebbra scompare. Gesù dice al Centurione: Va’ e ti sia fatto come hai creduto, e nello stesso momento, il servo è guarito.
Non mancano quindi le prove della verità divina, né manca l’invito di Gesù: a tutti è aperta la porta per entrare nel regno di Dio, nella Chiesa. Facciamo atti di fede nella divinità di Gesù
Cristo e ripetiamo atti di carità per essere partecipi della salute eterna. Dice l’Introito: «Adorate Dio, o voi, suoi angeli» (Ps. 26, 7). Il Signore è re; esulti la terra; si rallegrino le molte genti (Ps. 96, 1).
Gesù Cristo è Dio; ma nella Incarnazione, passione, opere, vita, morte, tra gli attributi, volle mostrare specialmente la sua infinita misericordia. Egli guarisce ogni malattia, rimedia a tutte le conseguenze del peccato originale, offre a tutti la salute. Egli che è il Dio offeso dall’uomo, muore per pagare i debiti dell’uomo ed esaltarlo ad una vita nuova. Solo un Dio-Uomo poteva far questo.