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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Unione del cuore

L’unione del cuore nostro col cuore di Dio consiste nel sentire e nel vivere con Gesù Cristo una vita divina in tutti i suoi esercizi: la fede, la speranza, la carità, nei beni e nei frutti spirituali che ne derivano, nell’esercizio delle opere di misericordia corporali e spirituali, nella pratica delle beatitudini, nel possesso attivo dei doni dello Spirito Santo. Ma poiché questa vita divina ci è comunicata dallo Spirito Santo per mezzo di Gesù Cristo, è necessario che noi ci incorporiamo a Gesù Cristo per essere con lui e in lui del Padre nello Spirito Santo.

L’incorporazione con Gesù Cristo si inizia nel Battesimo, si mantiene con lo stato di grazia, si accresce e si perfeziona coi Sacramenti, tra i quali, il primo, il Sacramento dell’Eucaristia. Nella Comunione, infatti, ci nutriamo di Gesù perché il suo divin Cuore assorba il nostro in modo da farne un sol cuore col suo. Allora il Cuore di Gesù sanerà il nostro dalle sue malattie (indifferenza, diffidenza, cattive inclinazioni, passioni morbose, sentimenti vani, aspirazioni umane...), lo farà battere all’unisono col suo per la gloria di Dio e la pace degli uomini. Ci farà comprendere l’abisso del nostro nulla e la imponente elevazione in Gesù Cristo.

 

Modo pratico – Preparazione: Confrontare


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i sentimenti del proprio cuore con quelli di Gesù Cristo. Chiedere perdono del proprio egoismo, delle affezioni solo naturali e solo sensibili. Proporre di voler amare ardentemente, generosamente, appassionatamente Dio e le anime in Lui. Si chiede al Divin Maestro tale grazia e si va a bere la vita, a mangiare Gesù! Si ripartirà poi portando innanzi a se stessi Gesù Cristo ovunque: lasciando che viva Egli solo e operi rimanendo, nell’opera, nascosti in lui e in lui sperduti, poiché «Vivo autem, iam non ego: vivit vero in me Christus».6

Ringraziamento: Glorificare Gesù Cristo nostra Risurrezione e Vita. Offrire a Dio, per mezzo di Gesù Cristo, l’omaggio del proprio cuore. Espandere l’anima in dolci colloqui col divino Ospite. Chiedere una maggior infusione della vita divina. Impetrare grazie particolari per sé, per coloro ai quali si è obbligati, per la Chiesa militante e purgante, per tutto il mondo.

 




6  Gal 2,20. * «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me».




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