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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o Dice S. Pietro: «Siamo stati rigenerati con un seme incorruttibile, cioè con la parola di Dio che vive e rimane eternamente» (I Petr. 1, 23). E questa parola è l'annunzio della buona

 


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Novella (il Vangelo di Dio): «La semente è la parola di Dio» (Lc. 8, 11) Dice S Paolo: «Se al tempo di Noè gli uomini perirono, ciò fu a causa della loro incredulità; mentre mediante la fede Noè si fabbricò l'arca, condannò il mondo e divenne erede della giustizia, che viene dalla fede» (Hebr. 11, 7). Così quelli che crederanno alla parola di Gesù saranno salvi. S. Paolo nell'epistola di oggi espone quanto ha fatto per predicare il Vangelo.

     I cuori degli uditori della parola di Dio possono essere variamente disposti. Tre specie di terreno difettoso: secondo che si tratta di un suolo pietroso (anime orgogliose), di una terra arida (anime dissecate da l'interesse) o di un terreno pieno di rovi (cuori sensuali). Tre risultati dà invece il terreno buono, perché nella terra adatta la parola di Dio produce il 30, il 60, il 100 per uno. La parola di Dio è anche oggi abbondante: il lavoro nostro dev'essere quello di preparare un cuore buono. È buono il cuore quando l'intenzione è retta, il desiderio delle cose celesti è vivo, il cuore è puro. Ma il frutto si riporta con la pazienza: mortificando la carne, vincendo il rispetto umano, liberandoci dalle soverchie preoccupazioni del presente. I santi riportarono il 100 per uno: S. Paolo ne è splendido esempio. Almeno il 60, oppure il 30 per uno sia il nostro frutto.

 

    




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