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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
(322) DOMENICA II DOPO PENTECOSTE
1.o «In quel tempo disse Gesù ai Farisei questa parabola: Un uomo prepara un grande convito e invitò molti. E mandò un servo all’ora della cena a ricordare agli invitati di venire, perché ogni cosa era preparata. Ma tutti cominciarono senz’altro a scusarsi. Il primo gli rispose: Ho comperata una villa e debbo uscire per vederla; ti prego di avermi per iscusato. E un altro disse:
Ho comperato cinque paia di buoi e ora vado a provarli: abbimi per iscusato, te ne prego. E un altro disse: Ho preso moglie, perciò non posso venire. E il servo ritornato riferì queste cose al padrone. Allora il padre di famiglia, irritato, disse al servo suo: Va subito nelle piazze e nelle vie della città, e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi, gli zoppi. E disse il servo: Signore, è stato fatto come tu hai comandato e ancora v’è posto. E disse il padrone al servo: Va per le strade e per le siepi e costringi a venire, affinché la mia casa si riempia. Poiché vi dico che nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena» (Lc. 14, 16-24).
Questo signore ricorda il Divino Salvatore. La grande cena indica la Mensa Eucaristica. Essa è una grande cena considerando chi invita: Dio stesso. È grande per il cibo che vi si appresta: le carni dell'Agnello immacolato, Gesù. E grande per gli effetti che questo nutrimento porta alle anime: gioia spirituale, ristoro nelle fatiche, aumento di grazia e santità, unione più intima tra l'anima e il suo Dio. «La carne mia è veramente cibo» (Jo. 6, 56). «Venite a me, tutti voi che siete affaticati e dolenti: io vi ristorerò» (Mt. 11, 28).