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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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3.o Il Signore della parabola, sentito il rifiuto degli invitati, ordina ai servi, ripetutamente, di chiamare alla grande cena i poveri, gli zoppi, gli infelici; finché tutti i posti siano occupati. Gesù ordina ai sacerdoti di invitare alla comunione tutti: poveri, donne, fanciulli. Gli umili capiscono e corrispondono al divino invito. Se saremo umili, il Signore ci farà capire le gioie, le verità, i beni dello spirito: quali tesori di grazia si trovi nell'Eucarestia; la caparra di salvezza che si ha nella comunione frequente e ben fatta.

     Il padrone usò questa espressione per indicare quale insistenza doveva farsi ai poveri perché intervenissero alla cena: «forzate a venire» (Lc. 14, 23) forzali ad entrare. Così devesi dai sacerdoti mettere in pratica, anche a riguardo della Comunione, l'avviso generale dell'Apostolo per il suo discepolo: «Predica la divina parola; insisti a tempo opportuno ed anche non opportuno; riprendi, esorta, sgrida con tutta la pazienza e la dottrina» (Tim. 4, 2).

     Gesù Maestro, Tu hai parole di vita eterna.

 


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Annunziandaci l’Eucarestia tu ci promettevi il pane che alimenta la vita spirituale.

 

    




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