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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o S. Agostino osserva: desta in noi ammirazione il fatto evangelico in cui si narra come il Salvatore con sette pani e pochi pesci saziò quasi quattro mila persone. Invece non ci impressiona come il Signore, ogni giorno, sazia l'umanità intera, che risulta, oggi, di oltre due miliardi di persone... Perché? Nel primo caso, il modo, è raro; nel secondo, consueto; eppure il secondo è più grandioso.
Il Signore nutre gli uccelli dell'aria, veste di vaghi colori i gigli; manda il sole e la pioggia per i buoni e per i cattivi; regola l'andamento delle stazioni; pensa agli orfani, ai vecchi, agli infermi. Tutti i Suoi figli devono trovare un tetto, una veste, un pane. Devono vivere e guadagnare il Paradiso. Gli uomini tante volte
impediscono l'azione della Provvidenza: vi è l'ozioso che non lavora, l’ingordo che scialacqua; il parassita che succhia il sangue al prossimo; il disonesto che specula sul fratello; il seminatore di rovine che distrugge il dono di Dio. Ciò nonostante la bontà di Dio è invincibile: quando si prega, si lavora, si temperano le sregolate cupidigie... il Signore non manca: «Non ho mai visto il giusto abbandonato sulla terra, né i suoi discendenti in cerca di pane». Le vie di Dio sono ammirabili: d’ordinario il Signore provvede benedicendo il lavoro dell’uomo: a chi non può lavorare, fa giungere il pane attraverso la carità; in casi speciali interviene anche con miracoli. Quindi osserviamo le famiglie che vivono di onesto lavoro, gli istituti e case di beneficenza ove né si semina, né si miete, ma arriva talora anche con abbondanza il pane quotidiano; sacconi straordinari per le straordinarie necessità.
Verso la Divina Provvidenza dobbiamo: fede, riconoscenza, cooperazione, preghiera. Fede: poiché è verità rivelata e proposta a credersi dalla Chiesa. Riconoscenza: deve fiorire nel nostro cuore e manifestarsi al Signore. Cooperazione: poiché dice S. Paolo: chi non lavora non mangi (2 Thess. 3, 10). Iddio ha dato all’uomo la terra e il potere di coltivarla: «Ut operaretur terram»1 (Gen. 3, 23).
Preghiera: specialmente è utile la domanda del Padre nostro: «Da' a noi il nostro pane quotidiano» (Mt. 6, 11).