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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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(328)     DOMENICA VIII DOPO PENTECOSTE

 

     1.o Il Vangelo di questa domenica ci insegna l'accortezza, la prudenza, le previdenza ed una santa astuzia per l'acquisto dei beni eterni.

 


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     «In quel tempo: disse Gesù ai suoi discepoli questa parabola: C'era un ricco il quale aveva un fattore che fu accusato davanti a lui come dissipatore dei suoi beni. Ed egli, chiamatolo, gli disse: Che è mai quello che sento di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più tenerla. E il fattore disse fra sé: E ora, che farò, che il padrone mi leva la fattoria?. A zappare non sono buono, a limosinare mi vergogno. So ben io che farò, affinché, levata che mi sia la fattoria, ci sia chi mi riceva in casa sua. Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del padrone, disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? E quello rispose: Cento barili d'olio. Ed egli: Prendi la tua scritta siedi presto, e scrivi cinquanta. Poi chiese ad un altro: E tu quanto devi? E quello: Cento staia di grano. Gli dice: Prendi la tua carta, e scrivi ottanta. E il padrone lodò il fattore infedele, perché aveva agito con accortezza; chè i figli di questo secolo sono; nel loro genere, più avveduti dei figli della luce. Ed io vi dico: fatevi degli amici con le ricchezze, affinché quando veniate a mancare, quelli vi ricevano nelle tende eterne» (Lc. 16, 1-9).

 

    




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