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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o Dice S. Agostino: «Il risorgere di questo giovanetto riempì di gioia la sua madre vedova. La nostra madre, la Chiesa, gioisce ogni giorno per i molti figli che risorgono spiritualmente. Si piangeva amaramente la morte di quel giovanetto; ma spesso, per la morte spirituale di tante anime si rimane indifferenti... Chi si riconosce raffigurato in quel giovanetto morto, risorga; ricorrendo a Gesù Cristo dolente di aver fatto morire la propria anima col peccato».

     Peccatori, riflettete. Il vostro stato è infinitamente miserabile; voi siete ciechi; non vedete; vedono, invece, gli angeli; vede la Chiesa e vi piangono. Siete privi di Dio che è la vita; siete cadaveri ambulanti. Se vi sorprendesse in tale stato la morte, verreste sepolti nell'inferno. E voi ridete? Cercate di dimenticare? Forse anche con pazze gioie? «O prevaricatori, tornate in

 


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voi» (Is. 46, 8). Poiché la vostra ostinazione non si spiega se non con la irriflessione o la cecità: «La terra è desolata perché non c’è nessuno che mediti» (Is. 17, 1). Come potreste dormire sonni tranquilli, e scherzare e ridere stando sulla sponda del precipizio? Ritornate al vostro Dio, che vi invita ed attende. Risorgete dal vostro sepolcro. Forse siete già arrivati allo stato di fetore come Lazzaro, ma chiamate Gesù: Egli vi farà sentire: «Io sono la risurrezione e la vita» (Jo. 11, 25).

 

    




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