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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o Per non lasciare un asino od un bue annegare in una cisterna, i farisei facevano tutto il lavoro necessario per estrarli, anche di sabato; nonostante tutte le loro dottrine farisaiche; era creduto un lavoro lecito; si trattava di salvare un animale. Or non si può fare un miracolo con una parola, per liberare un infelice? Solo la superbia può così accecare da non capire più nulla.

     A tavola anche gli ambiziosi si collocano all’ultimo posto, almeno per l'ambizione di essere creduti umili e per venir invitati a passare più avanti. Invece i farisei sceglievano i primi posti con il rischio di essere invitati a retrocedere con confusione.

     L'umiltà, invece, ci introduce nella vera scienza di Dio e delle cose; rende l'uomo saggio nella sua vita, dimostra anche nelle minime cose il vero cammino.

     L'umiltà merita i doni della scienza celeste, la vera sapienza, l'intelligenza della vita, la luce del consiglio divino ed umano. Questo chiarisce la conclusione del Maestro divino: Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.

 

    




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