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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
(341) DOMENICA XXI DOPO PENTECOSTE
1.o Ogni cristiano deve perdonare di tutto cuore agli offensori se vuole a sua volta esser perdonato da Dio. Le offese ricevute sono ben poca cosa in confronto della gravità dei nostri peccati.
Leggiamo nel Vangelo di oggi: «In quel tempo Gesù disse ai discepoli questa parabola: Il Regno dei cieli è simile ad un re il quale volle fare i conti con i suoi servi Ed avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno che era debitore di diecimila talenti. E siccome egli non aveva da pagare, il padrone comandò che fosse venduto lui e la moglie e quanto aveva, e si saldasse il debito. Ma il servo, gettatoglisi ai piedi, lo scongiurava con dire: Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto. E il padrone, mosso a compassione di quel servo, lo lasciò andare condonandogli il debito. Ma, uscito di lì, quel servo trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e presolo per la gola lo strangolava dicendo: Paga quanto mi devi. E il conservo gettatoglisi ai piedi, si raccomandava dicendo: Abbi pazienza con me e ti soddisferò tutto. Ma costui non volle, anzi andò a farlo mettere in prigione fino a che non avesse pagato. Ora i conservi vedendo quel che accadeva, grandemente contristati, andarono a riferirlo al padrone. Allora il padrone chiamò quel servitore e gli disse: Servo iniquo, io ti ho condonato
tutto quel debito, perché ti raccomandasti, e non dovevi anche tu aver pietà d'un tuo conservo, come io l'ho avuta di te? E sdegnato lo consegnò ai manigoldi fino a che non avesse pagato tutto il debito. Così anche il Padre mio farà a voi, se di cuore ognun di voi non perdona al proprio fratello» (Mt. 18, 23-33).